Dopo Italia Spagna
Sono andato a vedere la partita Italia – Spagna e la cosa più bella era la gente, tantissime persone amanti della pallavolo in un vero e proprio forno qual è il palazzetto a maggio, contente di vedere un’amichevole. Io sono andato con uno spirito un po’ particolare, perché pensavo a quando avremmo di nuovo la possibilità di vedere la pallavolo di alto livello in Sardegna visto che il Cagliari non è più in serie A (in questi casi sai che sei retrocesso e non sai chi e quando riuscirà a tornare a quei livelli).
Un allenatore che era venuto qualche anno fa a giocare contro il Cagliari di Fracascia diceva quanto secondo lui era importante avere una squadra in serie A e che avendo risorse maggiori ci si poteva permettere di avere dei settori giovanili di livello, pagare allenatori bravi per allenare una giovanile e quanto l’indotto di conoscenze di esperienze poteva arricchire tutto l’ambiente pallavolistico di quella zona. Io non so se questo è avvenuto con Cagliari ma magari è quello che succede in altre zone d’Italia. Di sicuro un circolo virtuoso si può attivare se vengono investite risorse e se i metodi di lavoro vengono appresi anche da società più piccole permettendo una crescita qualitativa di allenatori dirigenti e giocatori e anche quantitativa grazie all’attenzione di tv e giornali.
Quanto ci sarebbe bisogno di una società capace di fare da traino, capace di investire e capace di sviluppare un circolo virtuoso di crescita? Credo che ne avremmo proprio bisogno, ma per avere una struttura che permetta questo ci vogliono soldi e solo una società grossa con sponsor pesanti potrebbe far questo.
Per essere un po’ ottimisti bisogna dire che qualche società sta lavorando bene, attenta e cercando sempre di migliorarsi qualitativamente. Però sono poche, mancano i soldi forse.
Avere la nazionale l’anno che la Sardegna perde la serie A, strana e triste coincidenza.
2 commenti:
Cagliari è retrocesso sul campo, ma se si fosse salvato? Siamo convinti che ce l'avrebbe fatta a sostenere la serie A?
Città come Roma e Milano, con un bacino di utenza che è il doppio di quello dell'intera Sardegna e con una capacità potenziale di reperire risorse economiche che probabilmente è decine di volte la nostra stanno mollando la serie A volontariamente.
Una società che fa da traino è importante, ma bisogna creare le condizioni perché ci sia qualcosa da trainare. Se hai notato, il palazzetto era pieno di ragazzine di 10-14 anni... ma maschi di quell'età quanti ne hai visti? 20? 40? forse neanche.
Avere una serie A in Sardegna o far venire le nazionali può essere sicuramente una grande forza motrice per un movimento sportivo in crescita, ma è inutile concimare il terreno se non si semina nulla.
Hai ragione su tutto. Spero che portare la nazionale non volesse risolvere niente, perché ovviamente non ha risolto niente. I ragazzi che non ci sono, le società che sono poche e con pochi dirigenti, non sono problemi nuovi, diciamo che la Federazione non è stata attenta? Possibile. Mancano palestre in molti casi, in altri casi ci sono le strutture e mancano i soldi per usarle, perché gli affitti ad esempio della provincia sono assurdi, in altri casi le amministrazioni comunali danno piogge di soldi al calcio o al ballo acrobatico, perché c’è crisi e non trovi uno sponsor, magari le tasse per i campionati sono troppo alte, magari non lavori per 10 anni sul settore giovanile e poi ti accorgi di non avere niente dietro e sei costretto a chiudere, le colpe sono distribuite in vari soggetti, e oggi invece leggo che dal 2010 ci sarà una minirivoluzione dei cartellini degli allenatori, e va beh evidentemente siamo noi il problema. Però continuo a pensare che una società organizzata e gestita in modo professionale sia una ricchezza per tutta la rete di società, peccato non averla.
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