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martedì 16 aprile 2013

Due stagioni con la rappresentativa regionale - parte seconda

Eccomi di nuovo qui, come promesso, a parlarvi della mia esperienza appena conclusa con la rappresentativa femminile regionale.

Allora, riprendiamo a raccontare: Dopo aver superato il primo momento di sconcerto, di cui ho parlato nel post precedente,  e dopo aver cercato, con risultati piu o meno profiqui, di vedere qualche allenamento delle squadre provinciali, il lavoro vero e proprio è cominciato con la partecipazione da osservatore interessato al Trofeo delle Provincie (TdP) il 23 gennaio a Oristano. Bisogna purtroppo dire che quell'anno (2011) la fascia di età del TdP era la stessa del Trofeo delle Regioni (TdR), e cioè 96-97. Questo è stato, tra l'altro, uno dei cambiamenti che con Pier Paolo siamo riusciti a introdurre, a nostro parere in positivo, a partire dall'anno successivo. Ma di questo ne parlerò più avanti.

Oltre che per osservare all'opera le pallavoliste più "in gamba" che la Sardegna poteva offrire, il TdP è stata un'occasione per definire con Pier Paolo i programmi di lavoro e per comprendere che cosa il CR sardo si aspettava da noi. Sicuramente ora avevamo le idee più chiare e potevamo iniziare ad organizzare, sin dai primi di febbraio, i primi collegiali.

Devo dire la verità, mi aspettavo poco. Ero cosciente dei problemi del volley femminile sardo, basta scorrere i vecchi articoli di questo blog per conoscere il mio punto di vista. Però, pur riconoscendo che ho visto pochissimi talenti degni di questo nome, ho visto tante ragazze assetate di pallavolo, fisicamente dotate e tecnicamente ben impostate, anche se purtroppo non in tutti i fondamentali. Insomma a mio parere il materiale su cui lavorare c'era, al contrario di quello che spesso noi allenatori ci raccontiamo, come alibi, per giustificare i nostri scarsi risultati in palestra.

Ma era giunto il momento di concentrarci  sul primo obiettivo della stagione, i Giochi delle Isole, che si sarebbero tenuti a Palermo da lì a poco. Il gruppo era più o meno quello del TdR dell'anno precedente, con qualche piccola modifica, anche a causa dei cambiamenti sul sistema muro-difesa che avevamo deciso di fare. L'obiettivo era infatti il primo posto, che voleva dire vincere con le fortissime padrone di casa: la squadra siciliana. E vista la caratura tecnica delle avversarie sapevamo che questo non sarebbe stato possibile senza un sistema di gioco un pochino più "evoluto".

Così, dopo un sempre troppo breve periodo d'allenamento, il 23 maggio il volo charter messo a disposizione dal CONI ci aspettava per portarci in Sicilia, dove per la prima volta avremmo potuto verificare la bontà del lavoro fatto fino ad allora. Ma di questo vi parlerò la prossima volta. Ciao!

martedì 5 marzo 2013

Due stagioni con la rappresentativa regionale - parte prima

Ciao a tutti! Riprendo a scrivere su questo blog, sperando che mi abbiate perdonato la lunghissima assenza dovuta alle cause di cui ho parlato nel precedente post, con l'intenzione di raccontarvi la mia esperienza con la selezione regionale femminile della Sardegna.

Tutto è iniziato con una telefonata di Vincenzo, presidente della FIPAV Sardegna, nel dicembre 2010, in cui mi disse che era stato fatto il mio nome durante una riunione del C.R.Sardo e che voleva verificare la mia disponibilità a ricoprire l'incarico di allenatore delle squadre giovanili federali sarde, insieme ad un altro allenatore di cui ancora ignoravo il nome e per un biennio, fino alle prossime elezioni regionali.

Sinceramente la richiesta mi ha preso un pò alla sprovvista; non mi aspettavo infatti, per vari motivi, che la FIPAV regionale mi tenesse tanto in considerazione da affidarmi un incarico di tale importanza. E' vero, solo sei mesi prima la mia squadra aveva ottenuto la promozione in serie B2, ma questa era tutta un altra cosa! Tra l'altro avevo appena deciso di prendermi un anno sabbatico dal volley per dedicarmi all'ampliamento della famiglia... Vabbè, secondo voi che ho fatto? Naturalmente ho detto di si, mi piacciono le nuove esperienze, e un pò incoscentemente ho deciso di iniziare questa avventura.

Così ho cominciato a lavorare, ad informarmi con altri allenatori che avevano già fatto questa esperienza, a cercare materiale per farmi un corretto modello prestazionale da seguire in palestra. Nel frattempo si delineavano meglio i contorni dell'incarico: Io sarei stato 1° allenatore per i Giochi delle Isole e 2° al Trofeo delle Regioni. Mi fu comunicato anche il nome dell'altro allenatore, Pier Paolo, di Olbia, che conoscevo poco e solo come avversario in alcuni campionati di Serie C. Lui sarebbe stato il 1° allenatore nel Trofeo delle Regioni e il mio secondo nei Giochi delle Isole.

Tante incognite e poche certezze. Questa era la sensazione all'inizio. Un salto nel buio? Con Pier Paolo iniziammo a sentirci al telefono per organizzare il lavoro ed i primi raduni allo scopo di conoscere le atlete. Anche lui, come me, è dubbioso. Non mi conosce,  non sa come lavoro in palestra, non conosce il mio carattere, non sa se ci troveremo bene insieme. Lo capisco. In questa regione ci sono tanti ottimi allenatori ma anche tanti presuntuosi ed esaltati, perciò non è facile dare subito fiducia ad uno (quasi) sconosciuto.

Pensammo che fosse meglio dividerci i compiti, almeno per i primi raduni. La Sardegna è grande, troppo grande e mal collegata. Le ragazze da vedere erano tantissime, perciò decidemmo: lui iniziò a fare una prima indagine nella zona di Sassari e Nuoro ed io ad Oristano e Cagliari.

Ci iniziammo a scontrare con i primi problemi: disponibilità e logistica delle palestre, campanilismi tra società, timore di vedersi soffiare le proprie atlete dalle "solite" società più ricche... oltre ad una diffusa diffidenza, soprattutto da parte delle società più "piccole", verso la FIPAV regionale e, di conseguenza, verso di noi che la rappresentevamo. Ho cercato di capire i motivi di questa diffidenza, parlando coi dirigenti e gli allenatori delle società. Sono saltati fuori i motivi più disparati, dalla semplice antipatia alla critica al lavoro fatto da chi ci ha preceduto, dall' incomprensione dell'utilità della rappresentativa regionale alla presunta ingratitudine dovuta ad episodi passati.

Insomma un campo minato. La prima cosa che allora decisi di fare era di cercare di comprendere i problemi che le società ponevano e, pur conscio di non poterli risolvere, cercare quantomeno di fargli capire l'importanza del nostro lavoro ed i vantaggi che le ragazze e, di riflesso, la società di appartenenza potevano avere nel lavorare in palesta con ragazze di altre società, anche se solo per pochi allenamenti.

Ho anche cercato di coinvolgere il più possibile allenatori, dirigenti e genitori, convinto che l'esperienza della selezione regionale deve andare oltre il coinvolgimento della singola atleta, diventando un occasione di partecipazione e scambio di opinioni che coinvolga tutti, ed in particolare quelle realtà più isolate che, probabilmente,  hanno meno occasioni di confronto pallavolistico al di fuori della loro zona o provincia (l'ho sempre pensato, come dimostra questo post scritto sei anni fa).

A questo punto mi chiederete: come è andata? Sei riuscito a combinare qualcosa? Beh, spero e penso di si. Ma non voglio annoiarvi troppo, ve lo racconterò in un prossimo post. Ciao e a presto.

martedì 4 maggio 2010

Qualifiche e Abilitazioni Tecnici Fipav

Alcuni amici mi hanno scritto per avere qualche chiarimento sulle nuove qualifiche degli allenatori FIPAV, in particolare quelle che riguardano i nuovi livelli intermedi dedicati al settore giovanile. Cercherò di fare un pò di chiarezza sulla questione. Innanzitutto vediamo quali sono, alla luce delle ultime novità, le qualifiche dei tecnici federali da ora in poi conseguibili. Nell'ordine sono sei:
  1. Allievo Allenatore - Primo livello giovanile
  2. Allenatore di primo grado.
  3. Allenatore di primo grado - Secondo livello giovanile
  4. Allenatore di secondo grado.
  5. Allenatore di secondo grado - Terzo livello giovanile
  6. Allenatore di terzo grado.
Le qualifiche sono consequenziali nell'ordine in cui le ho elencate, perciò per conseguire una qualifica bisogna già possedere la precedente. Dal punto di vista temporale, ci vogliono un minimo di sei anni per completare tutto il percorso, infatti tenendo conto che:
  • i corsi per conseguire il livello giovanile successivo possono essere conseguiti lo stesso anno del corso di abilitazione di primo o di secondo grado (è probabile quindi che il livello giovanile successivo ad un grado si configurerà come un integrazione al corso precedente, vedremo...);.
  • per conseguire il grado successivo devono trascorrere almeno due anni;
se io fossi un allenatore che inizia quest'anno con il corso allievo -1° liv. giov. potrei seguire questo percorso:
  • tra un anno: conseguo il 1° grado e successivamente il 1° grado - 2° livello giovanile
  • tra tre anni: conseguo il 2° grado e subito dopo il 2° grado - 3° livello giovanile
  • tra cinque anni: conseguo il terzo grado.
questo sempre se ho seguito i corsi d'aggiornamento intermedi, se il mio comitato organizza puntualmente i corsi e se non vengo bocciato ai corsi.

Ma la domanda che tutti fanno più spesso è: cosa posso allenare con le varie qualifiche?
cercherò di essere chiaro con questo elenco:

Allievo Allenatore - Primo livello giovanile.
Posso allenare come primo allenatore solo seconda e terza divisione, mentre da secondo allenatore posso sedere in panchina fino in serie D. Nei campionati di categoria (Under) non posso andare in panchina, sia da primo che da secondo allenatore, in società che militano con la prima squadra in campionati di C o superiori. 

Allenatore di primo grado.
In più rispetto al livello precedente posso sedermi in panchina da 1° allenatore fino alla prima divisione, mentre da 2° allenatore fino alla B2. Per gli under rimane uguale la limitazione del livello precedente: posso andare in panchina solo con società che hanno la prima squadra in serie D o in campionati inferiori. 

Allenatore di primo grado - Secondo livello giovanile.
Invariati i limiti per i campionati di serie e di divisione rispetto al livello precedente: massimo prima divisione da 1° allenatore e massimo B2 da 2°. Negli under posso andare in panchina con tutte le società a patto che queste non abbiano la prima squadra in serie A1 o A2. 

Allenatore di secondo grado.
Posso sedermi in panchina come primo allenatore fino alla serie B2, mentre da secondo allenatore posso seguire anche fino alla A1. Negli under posso seguire dalla panchina, sia da primo che da secondo allenatore, squadre di società che hanno la prima squadra al militante massimo in serie B1. 

Allenatore di secondo grado - Terzo livello giovanile.
L'unico limite è che non posso guidare squadre come primo allenatore oltre la B2. come secondo allenatore e per i campionati di categoria non ci sono vincoli. 

Allenatore di terzo grado.
Nessun limite, posso allenare qualsiasi squadra.

Ok, spero di essere stato esaustivo. se però volete maggiori informazioni sull'argomento vi consiglio di leggere questo documento (PDF). Tenete poi presente che quasi tutti i comitati provinciali e regionali FIPAV stanno organizzando in questi giorni dei corsi integrativi per poter transitare senza danni (per "danni" intendo il non poter allenare quest'anno quello la stessa squadra dell'anno scorso) dalle vecchie qualifiche alle nuove. Perciò, se avete dei dubbi, la prima cosa da fare è contattare i comitati federali di competenza per avere delucidazioni in merito.

Se avete dei dubbi comunque scrivetemi, o rispondetemi sul blog. Ciao.

lunedì 20 luglio 2009

Fuori gli atleti "OVER"

Non si può dire che sia una sorpresa: Le norme federali della scorsa stagione testualmente asserivano che "l’introduzione della Limitazione degli Atleti OVER viene rimandata alla stagione 2009/2010".

Però un pò tutti (guardate per esempio qui, qui o qui) speravano in un ulteriore rinvio o un inversione di rotta, invece nisba: da questa stagione un numero considerevole di giocatori di pallavolo (tra l'altro quelli con il maggior bagaglio di esperienza da trasmettere ai giovani) dovranno scegliersi un altro sport.

Sono in generale contrario a qualsiasi regola che, nello sport, non premi la qualità, l'abilità tecnica e il lavoro in palestra a favore di altri parametri. In particolare favorire i giovani eliminado la concorrenza di chi, ricordiamolo, per anni ha lavorato e sudato in palesta per giungere ad una qualità tecnica che, a 35 anni, gli consente di giocare meglio di un giovane che ha dalla sua un fisico esplosivo e libero da acciacchi, non mi sembra giusto.

Ma a parte le questioni etiche che, si sà, non sono mai state il punto di forza delle federazioni nazionali, interessate da sempre solo alle rappresentative nazionali e sorde ai problemi di atleti, allenatori e società, mi viene il fondato dubbio che questa norma farà dei danni enormi al sistema pallavolo, in particolare causando:

1) il calo del livello tecnico: a mio parere l'allontanamento di tanti giocatori esperti porterà, anno dopo anno, ad un abbassamento del livello tecnico dei
campionati. Non sò se voi sarete d'accordo, ma per me è impossibile che non avvenga.

2) l'aumento degli ingaggi e la riduzione del numero delle società: Il mercato dei giocatori subirà all'inizio una drastica riduzione dell'offerta di giocatori bravi, che comporterà giocoforza subito un aumento degli ingaggi (se si riduce l'offerta aumenta il prezzo) e nel lungo periodo un riduzione della domanda, che si può attuare solo come una riduzione del numero delle società, causata dal fatto che l'offerta bassa e i prezzi alti costringeranno molte società a chiudere i battenti. A quel punto il mercato si riequilibrerà, i prezzi dei giocatori torneranno quelli di oggi ma con un numero di società e di atleti inferiore. Non lo dico io, sono leggi di mercato.

Potrei darvi altri motivi per i quali questa norma, a mio parere scellerata, porterà a una crisi ancora più profonda di quella in cui ci troviamo. Ma mi sembra che quello che ho già detto e l'esperienza fallimentare delle norme "pro-giovani" viste in passato diano già abbastanza spunti per ragionare.

In generale, se il nostro sport non avesse una base così poco ampia (almeno nel maschile, nel femminile si smette comunque presto, perciò la regola non creerà, credo, grandi problemi) potrei capire il senso della regola. Diciamo che, per esempio se avessimo i numeri del calcio, potremmo (forse) permetterci di far smettere di giocare i più grandi di età... ma noi non siamo il calcio; Forse, qualcuno, se ne è dimenticato.

lunedì 20 aprile 2009

Ma che sta succedendo allo sport?

Ho letto con tristezza stamattina, su Repubblica.it, una notizia che mi ha lasciato molto disgustato. Certo, non riguarda il nostro sport ma i "cugini" del basket, però comunque queste cose fanno pensare. Riporto solo le prime righe dell'articolo, intitolato "Scoppia lo scandalo del basket truccato":

"REGGIO CALABRIA - Aggiustavano le partite a tavolino attraverso arbitri compiacenti, che venivano premiati con giudizi positivi sulla direzione della gara. Valutazioni che si traducevano in punti buoni per i "fischietti" disponibili e che erano necessari per far carriera, per accedere all'Olimpo del basket che conta, alla serie A. Ma quando i match non finivano come volevano loro il voto dei commissari - che, paradossalmente avrebbe dovuto vigilare sulla loro imparzialità in campo - era pessimo e fioccavano le bocciature."

Mi chiederete: Perchè ti stupisci? Il Calcio in effetti ci ha abituato a cose peggiori... ma sono molte le cose che mi fanno riflettere di questa notizia:

1) L'inchiesta non riguarda (per ora?) campionati di serie A, ma di serie B e C.
2) Non si palrla del calcio, che ormai di sport ha ben poco, ma di uno sport molto meno ricco e più simile a tanti altri, anche al nostro.
3) Non si tratta di singoli arbitri "venduti" ma dei vertici delle commissioni arbitrali; sempre citando l'articolo di Repubblica: "Secondo quanto trapelato, il pm Maria Luisa Miranda avrebbe individuato l'oligarchia, costituita dai vertici del Cia (Comitato italiano arbitri di basket), in grado di condizionare i tornei."
4) I casi di partite falsate avrebbero riguardato squadre di quasi tutta Italia, l'articolo parla di gare in "Lazio, Calabria, Toscana, Sicilia, Umbria, Puglia, Campania, Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte"

Aspettando che l'inchiesta vada avanti, spero che le accuse si ridimensionino o si dimostrino false. Se non fosse così sarebbe triste concludere che, anche in sport nobili come il basket, gli imbroglioni e i truffatori sono arrivati a controllare i vertici delle stesse strutture che dovrebbero garantire la limpidezza ed il rispetto dei principi morali che lo sport, da sempre, porta con se.

martedì 5 agosto 2008

Pechino 2008 al via

Pronti... partenza... Via! Il 9 agosto l'Italia femminile inizia, contro la fortissima Russia, il torneo olimpico di volley. Per la nostra pallavolo le olimpiadi hanno sempre rappresentato un traguardo "stregato": sempre vicini alla meta, sempre mancata per un soffio! Questa volta speriamo di fare il colpaccio (scongiuri)

Auguro agli atleti e agli staff un grandissimo in bocca al lupo e, per permettere a tutti di seguire le nostre formazioni, posto il calendario delle partite dell'Italia (quello completo potete scaricarlo qui). Ecco il calendario, ma ricordatevi l'orario è quello cinese, quindi per sapere l'orari in Italia dovete togliere 6 ore... quindi la prima partita è alle 4 del mattino, SIGH!

09 ago - 10:00 - Italia-Russia Donne
10 ago - 12:00 - Italia-Giappone Uomini
11 ago - 12:00 - Kazakistan-Italia Donne
12 ago - 12:30 - USA-Italia Uomini
13 ago - 10:00 - Italia-Algeria Donne
14 ago - 10:00 - Italia-Venezuela Uomini
15 ago - 14:30 - Serbia-Italia Donne
16 ago - 14:30 - Italia-Bulgaria Uomini
17 ago - 14:30 - Italia-Brasile Donne
18 ago - 20:00 - Cina-Italia Uomini
19 ago - Quarti di finale Donne
20 ago - Quarti di finale Uomini
21 ago - Semifinali Donne
22 ago - Semifinali Uomini
23 ago - Finali Donne
24 ago - Finali Uomini

Ciao a tutti e godiamoci lo spettacolo. Forza Azzurri/e!

venerdì 4 aprile 2008

Nazionale maschile a Cagliari?

Il 17 maggio la nazionale maschile dovrebbe giocare a Cagliari. Infatti, dopo quasi 15 anni di assenza visto che l'ultima apparizione nel capoluogo sardo degli azzurri risale al 19 giugno del lontano 1993 per la partita Italia-Korea, Cagliari ospiterà una gara amichevole contro la Spagna (campione d'Europa in carica), utile per la preparazione al torneo di qualificazione olimpica di Tokio che avrà inizio il 31 maggio.

Questo torneo rappresenterà l'ultima occasione per l'italvolley maschile di qualificarsi per le olimpiadi di Pechino. Perciò avremo un ottima occasione per vedere (e tifare) i nostri atleti impegnati contro una squadra di altissimo livello e per osservare il lavoro di Anastasi in vista (speriamo) delle prossime olimpiadi!

Quindi, a meno di smentite dell'ultim'ora, appuntamento obbligato al palazzetto di Cagliari il 17 maggio. Un occasione da non perdere (prezzi del biglietto permettendo)!
Forza Azzurri!!!

martedì 4 marzo 2008

Dove stiamo andando? Seconda puntata.

In un post precedente ho introdotto il discorso sulla crisi delle società sportive, in particolare quelle maschili. Continuo qui esprimendo una mia perplessità sui motivi di questa crisi. Da molte parti sento dire che le società chiudono perchè "non ci sono ragazzi", non c'è più fame di sport, i giovani hanno troppe alternative, e via di questo passo. Sarà pur vero, sicuramente i giovani sono oggi pieni di alternative, ma sto incontrando spesso genitori e ragazzi (non necessariamente giovanissimi) che, sapendo che io "bazzico" nel volley, mi chiedono dove possono iscrivere i loro figli o dove possono andare per iniziare a giocare loro stessi. Mi è capitato anche recentemente, una mia collega mi ha detto che il figlio stava giocando a scuola, gli piaceva e voleva iscriverlo in una società. Gli ho indicato qualche nome, ma mi sono reso conto che non c'erano società in cui il ragazzo potesse ragionevolmente arrivare coi propri mezzi da dove abita. Lei non lo poteva accompagnare, perciò... adesso il ragazzo si è iscritto a nuoto.
E' solo un esempio, ma io credo che il vero motivo per cui pochi giovani si avvicinano alla pallavolo è che le società maschili stanno chiudendo, e non il contrario. Ragazzi ce ne sono stati sempre pochi, ma se prima gli oneri finanziari e organizzativi per le società erano relativamente modesti, oggi fare un campionato è diventato molto più difficile. perciò se prima con 7-8 "ragazzi" dai 13 ai 40 anni magari qualche società non ci perdeva nel fare un campionato di prima divisione, oggi chi si iscrive sa già che probabilmente ci perderà... se non soldi, sicuramente in stress e tempo più che in passato.
La scelta del comitato provinciale di Cagliari di non far pagare le tasse gare in alcuni campionati può sicuramente incentivare l'iscrizione di nuove squadre nel breve periodo, ma non può essere protratta per sempre, anche per l'ingiusta discriminazione che si crea verso le società femminili. Un tentativo comprensibile, ma quando si riequipareranno le cose saremo punto e accapo.
Idee per tentare di risolvere la situazione? Qualcuna ce l'ho, sperando che non sia troppo tardi ed il processo non sia diventato irreversibile. Però, visto che ho ancora tanto da dire, ve le propongo alla prossima (e spero ultima) puntata :o)

martedì 12 febbraio 2008

Ancora cambiamenti in vista

Qualche settimana or sono si è sparsa la notizia, a quanto pare confermata anche da alcuni quotidiani sportivi nazionali, che la FIVB stia lavorando a nuove modifiche del regolamento, precisamente le seguenti:

1) Alzare la rete. Se ne parla da sempre, e per fortuna nessuno è mai stato così pazzo da farlo. Unico risultato sarebbe rendere il nostro sport ancora più legato alle caratteristiche fisiche e sempre meno avvicinabile dai più.
2) Arretrare la linea dei tre metri. Mah... non sò... ma non credo che gli effetti di questa modifica siano positivi per lo spettacolo e la varietà del gioco.
3) Vietare l'attacco "di secondo tocco". Non mi è molto chiara questa regola, ma da quello che ho capito si pensa di impedire di mandare la palla nell'altro campo sul secondo tocco (in particolare al palleggiatore) se questa si trova al di sopra della rete... secondo me una cavolata enorme.
4) Reintrodurre il fallo di net sulla battuta. Cavolo, una delle poche modifiche del regolamento che mi piaceva me la vogliono togliere? Riuscire a capire se la palla aveva sfiorato il nastro era una delle valutazioni più difficili per gli arbitri, quasi quanto il tocco del muro.

Non sono d'accordo a modificare ancora le regole. Soprattutto con variazioni così importanti. Credo che la pallavolo sia uno degli sport che ha subito più variazioni (sostanziali) del regolamento negli ultimi 20-30 anni. E questo non è un bene sia per chi vive il volley quotidianamente sia per gli spettatori occasionali.
Speriamo che siano solo voci infondate.

giovedì 31 gennaio 2008

Dove stiamo andando? prima puntata.

Ormai è quasi un anno che questo blog esiste, e ne approfitto per fare qualche ragionamento sugli ciò che sta accadendo nel volley (o in tutto lo sport?), perlomeno nella nostra Regione. Cosa è accaduto quest'anno? La prima notizia è l'eliminazione delle retrocessioni nei campionati maschili, sintomo inequivocabile di quanto è noto a tutti da tempo: il settore maschile è praticamente morto. La seconda è l'eliminazione delle tasse gare in alcune competizioni giovanili maschili, ulteriore conferma di quanto già detto. La terza è il tentativo di reintroduzione della Coppa Sardegna. Ho dei bei ricordi di questa manifestazione, l'ho giocata in passato... si giocava spesso contro squadre di categorie diverse, che non incontravi già in campionato, e soprattutto prima o dopo il campionato. Oggi non credo che abbia più senso, soprattutto concentrata in un giorno e con squadre della medesima categoria. Probabilmente rappresenterà solo un costoso obbligo in più per società, giocatori, e allenatori. Spero di sbagliarmi, ma ho l'impressione che sarà così.

Quello che mi stupisce è che non ci si rende conto che il problema non nasce solo dalla mancanza di atleti, ma anche, e secondo me soprattutto, dalla moria delle società sportive. Per le società diventa sempre più difficile fare pallavolo. Ci sono troppi oneri, Non solo fiscali ed economici, ma soprattutto organizzativi, che stanno portando i dirigenti ad abbandonare interi settori o addirittura a chiudere i battenti. Sto sentendo sempre più persone che vogliono fare pallavolo, ma non trovano società, o palestre, per farlo. Un tempo esistevano le polisportive, che facevano molti sport, sia maschili che femminili. Oggi è una fortuna se una società si dedica ad un solo sport di un solo settore, addirittura solo di alcune categorie.
Perchè sta succedendo questo? E soprattutto: cosa bisogna fare per invertire questa tendenza? Aspetto le vostre opinioni, sul blog o in privato. Io dirò le mia tra qualche giorno... sempre che interessi a qualcuno. Ciao e a presto

mercoledì 26 settembre 2007

Prima giornata di serie C

Non so se ne siete tutti al corrente, ma quest'anno nella serie C sarda c'è una novità... la prima giornata si gioca tutti lo stesso giorno nello stesso posto. Per il femminile il 21 ottobre, domenica, alle palestre del CONI in via dello sport a Cagliari. Per il maschile il 4 novembre, ancora non si sà dove. La domanda fondamentale (vi risparmio gli altri commenti ma ve li potete immaginare) che tutti quelli con cui ho parlato si pongono è semplice: Perchè?

Nel comunicato alle società non vengono spiegati i motivi di questa decisione, che sicuramente crea problemi a tutte le squadre che avrebbero giocato in casa, e probabilmente anche ad alcune di quelle che comunque sarebbero dovute andare in trasferta. Gli orari sembrano poi pensati per un concentramento di minivolley, e non per la massima categoria regionale. Ci sono due squadre che devono iniziare il riscaldamento alle 8:30 del mattino e ben tre gare iniziano tra le 12 e le 14:30... sei squadre in campo all'ora di pranzo!
Molti dicono che sia per costringere i dirigenti ad andare alle riunioni organizzate, guarda caso, in concomitanza. Ma io non credo possibile che sia per un motivo cosi stupido. A parte che i dirigenti potrebbero comunque non partecipare, sopratutto se la propria squadra gioca in contemporanea... ma mi sembra impensabile che qualcuno abbia pensato di muovere 350 persone per far partecipare 25 dirigenti a due riunioni!
Insomma, non riesco a capire il perchè è stata fatta questa cosa... non riesco a trovare un motivo per aggiungere altri problemi alle società, visto che ne hanno già abbastanza. Per favore se qualcuno lo sà, me lo può spiegare? Grazie.

P.S. Un altra cosa che mi hanno fatto notare e che mi fà sorridere, è che quanto disposto dal CR viola apertamente il bando di indizione delle serie C, che recita testualmente all'art. 4: "Tutti gli incontri si giocheranno tra le 16:00 e le ore 20:00 del sabato.". Buffo, no?

lunedì 2 luglio 2007

World League 2007... chi l'ha vista???

L’anno scorso, mi pare in occasione del Mondiale a Mosca, lessi una dichiarazione del Presidente Magri il quale nell’ottica di migliorare l’effetto divulgativo del mezzo televisivo sulla pallavolo ed in particolare sulla Nazionale, avrebbe bandito dall’anno successivo (2007) la TV a pagamento per una trasmissione “in chiaro” su RAI – SPORT delle partite della squadra di Montali.
Probabilmente, pensai, l’ottimo presidente FIPAV non avrà avuto ben presente il trattamento riservato fino ad allora al campionato italiano femminile dai dirigenti della TV di Stato.
Risultato: la partecipazione della Nazionale Italiana alla WL 2007 è diventata degna protagonista del fortunato programma RAI del lunedì sera: CHI L’HA VISTO???!!???
Le trasmissioni in diretta una rarità, la messa in onda di partite e repliche ad orari improponibili, alcuni incontri nemmeno mai trasmessi.
Per vedere i match con la Francia ad esempio (una delle poche occasioni dove peraltro l’Italia ha fatto vedere una discreta pallavolo) ho dovuto ingegnarmi per mettere mano al decoder (della TV a pagamento), e sintonizzare tale canale SPORT – PLANETA per accedere ad una telecronaca in russo (!?!?!?).Finalmente quest’ultimo fino settimana sulla RAI hanno trasmesso in diretta le partite dell’Italia contro gli USA, ed allora ho finalmente capito il vero motivo della scelta di Magri: il lungimirante presidente vendendo i diritti di trasmissione alla TV di Stato ha cercato di limitare i danni, perché aveva intuito fin da subito, vista la magra figura fatta nella WL 2006 e ai mondiali, che anche nella WL 2007 l’Italia sarebbe stata INGUARDABILE!!!!!

giovedì 28 giugno 2007

Due promozioni in B2 femminile!

Un piccolo post per rilanciare la fantastica notizia apparsa oggi sul sito della FIPAV regionale sarda: L'anno prossimo la Sardegna avrà 2 promozioni dirette dalla serie C alla B2 femminile! Del maschile non si parla, ma mi auguro che a breve ci siano buone notizie anche per quel settore. Complimenti alla Federazione Sarda e a tutti coloro che si sono adoperati per ottenere questo successo. E pensare che appena due mesi fà ci era stato comunicata dal presidente regionale una notizia diametralmente opposta. Adesso noi tutti dobbiamo darci da fare per dimostrare di meritarci questo risultato.

lunedì 7 maggio 2007

Gli obiettivi delle rappresentative.

Come sempre in questo periodo, dalle nostre parti si inizia a parlare (e spesso sparlare) delle squadre rappresentative giovanili. Gli argomenti sono sempre gli stessi: capacità dei selezionatori, qualità degli atleti, società che non mandano nessuno e società troppo "presenti", eccetera. Non ci tengo ad aggiungermi al coro dei critici (purtroppo tanti) o dei difensori (pochi, e quasi sempre interessati) dell'operato di tizio piuttosto che di caio. Mi farebbe piacere invece che qualcuno mi aiutasse a rispondere ad alcune domande. Per esempio mi chiedo da un pò di tempo: qual'è l'obiettivo del lavoro delle rappresentative? Chi le organizza si è mai posto il problema dell’uniformità della condivisione del target da raggiungere? Mi chiedo questo perchè sono convinto che i metodi per raggiungere obiettivi distinti siano talvolta molto diversi tra loro; anzi, molto più spesso, semplicemente incompatibili.
Sono cose ovvie, direte voi. E invece no. Per chiarire tento di mettere su un piano un po’ più pratico il mio ragionamento.

A) Mettiamo che l'obiettivo sia l'individuazione dei talenti. Sicuramente questo è ciò che si propone la federvolley nazionale. Ma ai nostri comitati provinciali e regionali che gliene viene in tasca? Credo ben poco, a parte un poco di popolarità nel caso che qualche atleta entri nel giro di un gruppo giovanile nazionale.
B) E Se invece l’obiettivo fosse ottenere un buon piazzamento ad un certo torneo (Regioni, Isole, Studentesco, ecc.)? In questo caso i ruoli si invertono. A Roma non interessa quasi nulla che una regione si piazzi prima di un'altra, ma per la FIPAV regionale, prestigio a parte, questo comporterebbe un ranking migliore e quindi di possibilità di contare di più a livello nazionale.
C) Forse c’è anche un altro obiettivo: migliorare la crescita dei nostri atleti con occasioni di incontro utili anche per noi allenatori. Però credo che anche se questo è effettivamente un utile e simpatico effetto collaterale delle rappresentative, non è certo per questo motivo che la federazione spende una barca di soldi in selezioni e piani altezza.

Se ragioniamo un po’ su quanto ho detto ci vuole poco a capire che se dipendesse dalla federazione nazionale (obiettivo A) si farebbero 4 o 5 raduni di selezione per individuare i migliori talenti e Amen. Se invece fosse la federvolley isolana a decidere (e soprattutto se avesse i soldi…) avrebbe già precettato i migliori atleti dalle società per farli allenare tantissimo insieme e vincere (obiettivo B) il più possibile oltre tirreno.
Rimarrebbe l’obiettivo C… già, questo è l’obiettivo degli atleti, delle società e degli allenatori. Purtroppo non delle federazioni, anche se sono convinto che, sull’onda del “politically correct”, dichiarerebbero il contrario.
In sostanza credo che la coda di polemiche che tutti gli anni le selezioni per le rappresentative si portano dietro, con i conseguenti e prevedibili scarsi risultati, siano soprattutto il frutto della diversità di obiettivi tra la federazione ed i pallavolisti e all’interno della federazione stessa. Se si è così distanti sul fine, come si può concordare sui mezzi?

lunedì 23 aprile 2007

La sardegna retrocessa.

Ieri, alla prima lezione del master allenatori, ci è stata data la notizia che la sardegna non avrà più diritto, in futuro, a portare una squadra ai play-off per la promozione in B2. Praticamente, se ho capito bene, passerà solo la prima classificata della C e stop. Finiti quindi finiti i play-off di serie C? Bè, a meno che non si metta in discussione che la prima classificata passi direttamente in B2, direi proprio di si. Sigh!
Qualcuno dirà "poco male, tanto nessuna squadra sarda era mai passata tramite i play-off in B2". Però era un obiettivo, un traguardo che rendeva i campionati più divertenti ed interessanti fino alle ultime giornate.
A parte qualsiasi considerazione sul perchè di questa retrocessione, mi rimane solo tanta amarezza. Probabilmente ce lo siamo anche meritati, ma è certo che la serie C, dall'anno prossimo, non sarà più la stessa.

martedì 17 aprile 2007

Progetto Uomini: oltre il 2010

Stavo leggendo la presentazione del progetto federale “oltre il 2010” finalizzato, cito testualmente le parole del sito federvolley.it, “ad un grosso rilancio del movimento maschile nei prossimi anni” (se non l’avete letto, cliccate qui).
La parte iniziale, dove si analizzano le cause della non rosea situazione attuale, è quella che mi ha fatto più pensare. Ci sono in particolare un paio di affermazioni su cui vorrei dire due parole.
Una è la seguente: “…l’obbligo dei giovani nei campionati di serie era stato mal digerito da molti club. Poco spazio quindi per i giovani, che pativano la presenza di un numero di atleti dai 30 ai 40 anni ben costruiti tecnicamente…”. Intanto mi stupisce l’attribuzione ai club del fallimento della regola dell’obbligo dei giovani, a mio parere uno dei più grandi errori fatti in passato dalla federazione. Ciò indica probabilmente che in FIPAV non si è ancora capito il perché dei risultati disastrosi di quella norma. A parte ciò, non riesco a capire se l’ultima frase è più un invito ai giocatori “dai 30 ai 40 anni” a mettersi da parte oppure una velata critica agli allenatori che non creano atleti giovani “ben costruiti tecnicamente”ed in grado quindi di competere con gli atleti più grandi. Se, come credo, è proprio quest’ultimo il senso principale della frase, devo dire che mi trova molto d’accordo. Infatti, da una frase successiva dove si ritrovano più o meno gli stessi concetti (“Inoltre l’idea di allenare il “gioco globale”, oltre a ridurre la durata degli allenamenti ha portato i tecnici ad avere sempre meno tempo per allenare la tecnica individuale delle giovani “riserve”) sembra che si stia comprendendo uno dei problemi principali dei settori giovanili: Si sta allenando poco la tecnica, in quanto la moda negli ultimi anni è quella di molti esercizi globali rispetto ai lavori sintetici e analitici.
Mi auguro che il progetto “oltre il 2010” sia il primo passo verso la fine di questa moda scellerata ed il ritorno alla centralità della tecnica individuale nei settori giovanili. Credo che a livello nazionale lo abbiano capito… vediamo quanto tempo ci metteremo a recepirlo anche noi.

P.S. per chi non lo sapesse la nazionale prejuniores maschile è arrivata solo ottava agli europei, e ciò dimostra quanta strada c’è da fare…

mercoledì 4 aprile 2007

Grande delusione per il master

Via riporto qui sotto la e-mail che ho appena mandato a Stefano Bellotti, responsabile di settore del Centro di Qualificazione Nazionale della FIPAV e per conoscenza alla Federazione Regionale Sarda. Penso che sia interessante per tutti.
"Caro Stefano

Mi chiamo Andrea Lazzari. Sono un allenatore che lavora in sardegna, ci siamo anche incontrati a qualche corso di aggiornamento nazionale, non sò se ti ricordi. Ti scrivo per parlarti di una serie di fatti che si mi ha molto amareggiato riguardo il master sui settori giovanili che sta per iniziare qui nella mia isola. Premetto che questa mail non vuole criticare nessuno, anzi penso che il CQR stia facendo del suo meglio, ma forse sta sottovalutando il malcontento che si riscontra tra molti allenatori.
Io mi sono iscritto al master perchè pensavo che non sarebbe stato il solito corso con cento allenatori seduti in tribuna ad ascoltare uno al microfono. Il bando era per 30 persone, e visto anche il costo (350euro!) ho pensato ad un master dove ci fosse un rapporto ravvicinato col docente, un qualcosa in cui oltre a ricevere in informazione (per cui basta comprarsi un video o un libro) ci fosse anche la possibilità di scambiare opinioni e confrontarsi realmente coi docenti. Insomma ero molto fiducioso.
Poi ho visto l'elenco degli ammessi (che ti allego). 43 allenatori. Come 43? ma non dovevano selezionarne 30? Quasi il 50% in più... Sinceramente mi son sentito un pò preso in giro, però ho detto vabbè, non sarà proprio un gran master, ma tutto sommato anche in così tanti, se organizzato bene, potrebbe essere un esperienza positiva.
Però poi è arrivata la doccia fredda. Ho telefonato a dei colleghi allenatori anche loro iscritti al master e cosa scopro? che chiunque potrà seguire le singole lezioni pagando appena appena di più (sembra 12,50 euro per giornata) di quello che paghiamo noi.
Insomma altro che master! alla fine saremo molti più che 40 persone; insomma il solito corso-casino camuffato da master!
Capisci ora perchè mi sento preso per i fondelli? alleno da 23 anni, e speravo di non vedere più situazioni di questo tipo.
Aggiungi poi a questo il discorso economico: in Lombardia lo stesso master costa 100 euro... perchè da noi 350? questa cifra forse era giustificata per il bando originale da 30 persone, (10.500 euro in tutto) ma ora che siamo 43 (15.050 euro) più gli esterni a 100 euro a lezione (almeno 8000 euro o più) si parla del 230% in più di guadagno per il CQR...
Io faccio l'ingegnere per vivere, e questa spesa me la posso permettere... ma molti allenatori che allenano le giovanili, a cui il master dovrebbe essere rivolto, sono studenti o giovani che non si possono permettere queste cifre. Mi sembra scandaloso che il CQR, visto che il numero dei corsisti, rispetto al bando, sarà probabilmente più che raddoppiato, non adegui anche la tassa da pagare o aggiunga altre date per compensare le promesse disattese.
Insomma io, e non solo io, mi sento veramente preso in giro. Parteciperò comunque al master, sperando in un gesto che mi smentisca, ma non credo che questo sia lo spirito che il CQN vuole dare alla qualificazione degli allenatori.
Ti ringrazio per l'attenzione, e ti prego di far arrivare queste mie parole anche a Vincenzo Ammendola, che qui in sardegna molti di noi hanno votato sperando (?) in un nuovo corso. Io gli parlerò di persona alla prima occasione.
A presto
Andrea Lazzari"
Quello che ho scritto si commenta da se. Vorrei sapere cosa ne pensate voi, anche privatamente, grazie.

venerdì 16 marzo 2007

Alcuni (tristi) dati - 2

In un post di fine febbraio (clicca qui per leggerlo) ho messo in evidenza i numeri del calo di squadre sarde iscritte ai campionati negli ultimi anni. Come promesso, dopo aver letto i vostri commenti che mi sono arrivati via mail, vorrei riassumervi la mia opinione sui motivi di questo crollo.
Sono parzialmente d'accordo con tutti quelli che attribuiscono la causa alle alternative allo sport che i giovani hanno a disposizione oggi. In generale il cambio dello stile di vita delle nuove generazioni, sommato alle novità tecnologiche disponibili (videogame, telefonini, internet, satellite, ecc.), ha influito non poco sulla voglia di impegnarsi in palestra; ciò accade in particolare nelle città più grandi e perciò più ricche di possibilità di svago.
Ma non ridurrei il discorso a questo, anzi, non credo proprio che la causa principale sia questa.
Penso che il volley stia facendo gli stessi errori che fece il basket nel periodo post-Brill... ve lo ricordate? Se no, vi rinfresco la memoria.
Circa una trentina di anni fa, in sardegna il basket visse uno dei suoi momenti TOP: squadrone in serie A ( il mitico "Brill") con palazzetto sempre pieno, pagine intere di articoli sull'Unione, non c'era paesino della sardegna che non avesse la sua squadretta con annesso campetto di pallacanestro, vivai pieni di talenti... fantastico.
Passati 20 anni però, il basket era sparito dai piccoli centri e rimaneva solo nei paesi più grandi. Pochissimi vivai validi e giovani di talento, pochi appassioniati, almeno al confronto col periodo precedente. Solo negli ultimi tempi sta riuscendo a risollevarsi... perchè?
Il basket fece un errore gravissimo. Il "Brill" fu contemporaneamente causa ed effetto di un delirio di onnipotenza che oscurò le serie minori agli occhi della gente e della FIP regionale. Improvvisamente i vivai delle grandi società, scimiottando i club d'oltre tirreno e su consiglio dei vari selezionatori nazionali e regionali, si concentrarono sugli atleti con attributi fisici "da alto livello" e trascurarono gli atleti "normali". Inoltre le società più grandi, pur di avanzare di categoria o di mantenerla, si affidarono ad atleti di altre regioni spesso scialaquando cifre pazzesche. Nel frattempo una miriade di piccole società, in particolare quelle lontane dalle città, chiudevano i battenti strangolate da norme finanziarie e organizzative insostenibili (tasse gare esose, norme sugli impianti , giovani obbligatori, allenatori di categoria troppo "cari", ecc.) ma consone alla visione distorta di pochi dirigenti.
Quando si risvegliarono dal sogno, e si accorsero che il vero motore di tutto il movimento non erano la federazione e i grandi club, ma proprio quelle piccole società che giudicavano troppo "amatoriali" e disorganizzate per la loro visione di un basket "moderno", era troppo tardi. E il crollo fu pesantissimo.
Quello che è successo al basket deve essere un monito per noi pallavolisti. Il volley è gravemente malato, e a mio parere la maggioranza dei giovani, in particolare nel maschile, oggi non si avvicinano al volley perchè non c'è più nessuna società nel loro quartiere (o paese), e non soltanto perchè giocano alla playstation. Io stesso non avrei mai iniziato a giocare a pallavolo, se non ci fosse stata una società raggiungibile a piedi da casa mia...
Il volley in sardegna si sta lentamente suicidando senza accorgensene. Forse siamo ancora in tempo per salvarci... ma dobbiamo svegliarci subito.

martedì 6 marzo 2007

Sardegna Minivolley 2007

Purtroppo l'anno scorso mi sono perso la manifestazione di via Roma a Cagliari (guarda le foto cliccando qui). Tutti quelli che c'erano mi hanno detto che è stata una manifestazione bellissima. Bambini entusiasti dappertutto, campi a perdita d'occhio, tanto divertimento nello scenario fantastico del centro di Cagliari. Tutto ciò è stato possibile grazie alla Federazione (ovviamente) e al lavoro di tanti "volontari": allenatori, dirigenti, appassionati che sono andati là all'alba a montare campi, piazzare transenne, portare acqua e palloni. Voglio dire GRAZIE ai comitati federali e a tutte queste persone. Anche se non c'ero. Sono quei momenti in cui ci si riconcilia con il Volley "vero", quello con la V maiuscola , in cui anche noi più "anziani", spesso inaciditi, che a volte dimentichiamo lo spirito dello sport, ci ricordiamo che alla fin fine il volley "vero" è quello della strada e dei campetti di periferia, non solo la serie A (o B o C che sia).
Quest'anno vorrei essere là con voi. Spero di riuscirci; spero, soprattutto, di essere degno di voi e di quello che fate. Grazie ancora

martedì 27 febbraio 2007

Alcuni (tristi) dati.


Vi riporto alcuni dati presi dal sito federvolley.it (esattamente qui):
numero di squadre sarde iscritte ai campionati di serie/divisione:
- nel 1993: 314 (122 maschili, 192 femminili)
- nel 2005: 225 (79 maschili, 146 femminili)
in pratica il 28,3% di squadre in meno in 12 anni (-35,2% maschili, -24,0% femminili).

Commenterò probabilmente questi dati in un post futuro... mi piacerebbe però conoscere le vostre idee, prima di dire la mia. Potete scrivermi qui o postare un commento nel blog. Ricordate però che per commentare i post in questo blog bisogna avere un account Google (ovviamente è gratis).