giovedì 31 gennaio 2008

Dove stiamo andando? prima puntata.

Ormai è quasi un anno che questo blog esiste, e ne approfitto per fare qualche ragionamento sugli ciò che sta accadendo nel volley (o in tutto lo sport?), perlomeno nella nostra Regione. Cosa è accaduto quest'anno? La prima notizia è l'eliminazione delle retrocessioni nei campionati maschili, sintomo inequivocabile di quanto è noto a tutti da tempo: il settore maschile è praticamente morto. La seconda è l'eliminazione delle tasse gare in alcune competizioni giovanili maschili, ulteriore conferma di quanto già detto. La terza è il tentativo di reintroduzione della Coppa Sardegna. Ho dei bei ricordi di questa manifestazione, l'ho giocata in passato... si giocava spesso contro squadre di categorie diverse, che non incontravi già in campionato, e soprattutto prima o dopo il campionato. Oggi non credo che abbia più senso, soprattutto concentrata in un giorno e con squadre della medesima categoria. Probabilmente rappresenterà solo un costoso obbligo in più per società, giocatori, e allenatori. Spero di sbagliarmi, ma ho l'impressione che sarà così.

Quello che mi stupisce è che non ci si rende conto che il problema non nasce solo dalla mancanza di atleti, ma anche, e secondo me soprattutto, dalla moria delle società sportive. Per le società diventa sempre più difficile fare pallavolo. Ci sono troppi oneri, Non solo fiscali ed economici, ma soprattutto organizzativi, che stanno portando i dirigenti ad abbandonare interi settori o addirittura a chiudere i battenti. Sto sentendo sempre più persone che vogliono fare pallavolo, ma non trovano società, o palestre, per farlo. Un tempo esistevano le polisportive, che facevano molti sport, sia maschili che femminili. Oggi è una fortuna se una società si dedica ad un solo sport di un solo settore, addirittura solo di alcune categorie.
Perchè sta succedendo questo? E soprattutto: cosa bisogna fare per invertire questa tendenza? Aspetto le vostre opinioni, sul blog o in privato. Io dirò le mia tra qualche giorno... sempre che interessi a qualcuno. Ciao e a presto

2 commenti:

Daco ha detto...

L@z... Hai toccato un tema grande quanto una casa! È una cosa che mi fa troppo arrabbiare! La federazione e gli addetti ai lavori si sono accorti oggi di quello che è successo? Nel maschile negli ultimi 7 – 8 anni c’è stato un calo sia degli iscritti sia una moria di società, questo si sapeva, basta vedere quali società nei paesi sono riuscite a tenere un settore giovanile e quante invece hanno chiuso direttamente baracca e burattini. Ora ci si accorge che la serie C maschile la fanno poche squadre, non fanno retrocedere e si tagliano le tasse… dove erano tutti mentre si buttava all’immondezza tanto lavoro e tante conoscenze sia sportive che umane? Non è da quest’anno che Villaspeciosa, Villasor, Assemini, Elmas, San Sperate e altre mille società hanno chiuso il settore maschile! Mi viene da pensare che qualcuno credeva di poter fare la pallavolo con poche società, una specie di elite, senza che la qualità e l’attenzione diminuissero. Oggi ci si accorge che si è perso molto, ma guarda che bella scoperta! Se queste soluzioni fossero state sperimentate quando si iniziava a vedere che qualcosa non girava forse si sarebbe salvato molto, ma ora onestamente mi sembra molto tardi. Quanti buoni atleti sono nati da queste piccole società che facevano il loro onesto campionato di divisione e che poi hanno lanciato i loro giovani in squadre di categorie superiori? Mi da molto fastidio pensare che ci si preoccupi ora che la malattia è arrivata fino alla serie C, nessuno si è preoccupato quando questa ha investito le divisioni?
L’unica cosa che salva la femminile è che le ragazze arrivano in gran quantità in palestra, ma la gestione è uguale al maschile. La colpa è di tutti, nessuno credo si possa tirare fuori.
Per invertire questa tendenza serve molta più attenzione da parte di tutti ai campionati giovanili e alle piccole società. Bisogna che esca dalla testa di certi amministratori che lo sport sia una cosa da tassare, per cui io pago un tot a ora per un impianto comunale o provinciale, perché il tessuto sociale che crea una società sportiva non può avere prezzo e quelle attività dovrebbero essere coperte con soldi pubblici, come se fosse una biblioteca o un attività culturale, come minimo almeno per quello che riguarda i campionati giovanili dove in certe situazioni la cosa più importante è togliere i ragazzi dalla strada e dare un minimo di educazione comportamentale sportiva. Sono stato un po’ lungo, scusate.

Unknown ha detto...

scusate se mi permetto..
sono d'accordo sulle critiche alle società e soprattutto alle federazioni, ma c'è un'altra cosa che ogni volta si ripete, ma non viene mai presa in considerazione ed è questa frase:
"negli ultimi 7-8 anni.." (notare che veniva scritta nel 2008),
oggi, invece, in giro si legge:
"negli ultimi 10-12 anni".

proprio non vi indica nulla questa data?

se come spesso leggo:
"la Pallavolo Moderna è migliore di quella pre'98-99.." (quando non c'erano problemi di numeri)
siamo proprio certi che la PallavoloModerna sia migliore (cioè più bella e più spettacolare PER CHI LA GIOCA) dell'altra?

perché quando un ragazzo sceglie lo sport al quale vuol giocare, non interessano molto le questioni burocratiche...
e se oggi non ci sono ragazzi che scelgono la pallavolo, tiratene voi le ulteriori conclusioni.

roberto