martedì 16 aprile 2013

Due stagioni con la rappresentativa regionale - parte seconda

Eccomi di nuovo qui, come promesso, a parlarvi della mia esperienza appena conclusa con la rappresentativa femminile regionale.

Allora, riprendiamo a raccontare: Dopo aver superato il primo momento di sconcerto, di cui ho parlato nel post precedente,  e dopo aver cercato, con risultati piu o meno profiqui, di vedere qualche allenamento delle squadre provinciali, il lavoro vero e proprio è cominciato con la partecipazione da osservatore interessato al Trofeo delle Provincie (TdP) il 23 gennaio a Oristano. Bisogna purtroppo dire che quell'anno (2011) la fascia di età del TdP era la stessa del Trofeo delle Regioni (TdR), e cioè 96-97. Questo è stato, tra l'altro, uno dei cambiamenti che con Pier Paolo siamo riusciti a introdurre, a nostro parere in positivo, a partire dall'anno successivo. Ma di questo ne parlerò più avanti.

Oltre che per osservare all'opera le pallavoliste più "in gamba" che la Sardegna poteva offrire, il TdP è stata un'occasione per definire con Pier Paolo i programmi di lavoro e per comprendere che cosa il CR sardo si aspettava da noi. Sicuramente ora avevamo le idee più chiare e potevamo iniziare ad organizzare, sin dai primi di febbraio, i primi collegiali.

Devo dire la verità, mi aspettavo poco. Ero cosciente dei problemi del volley femminile sardo, basta scorrere i vecchi articoli di questo blog per conoscere il mio punto di vista. Però, pur riconoscendo che ho visto pochissimi talenti degni di questo nome, ho visto tante ragazze assetate di pallavolo, fisicamente dotate e tecnicamente ben impostate, anche se purtroppo non in tutti i fondamentali. Insomma a mio parere il materiale su cui lavorare c'era, al contrario di quello che spesso noi allenatori ci raccontiamo, come alibi, per giustificare i nostri scarsi risultati in palestra.

Ma era giunto il momento di concentrarci  sul primo obiettivo della stagione, i Giochi delle Isole, che si sarebbero tenuti a Palermo da lì a poco. Il gruppo era più o meno quello del TdR dell'anno precedente, con qualche piccola modifica, anche a causa dei cambiamenti sul sistema muro-difesa che avevamo deciso di fare. L'obiettivo era infatti il primo posto, che voleva dire vincere con le fortissime padrone di casa: la squadra siciliana. E vista la caratura tecnica delle avversarie sapevamo che questo non sarebbe stato possibile senza un sistema di gioco un pochino più "evoluto".

Così, dopo un sempre troppo breve periodo d'allenamento, il 23 maggio il volo charter messo a disposizione dal CONI ci aspettava per portarci in Sicilia, dove per la prima volta avremmo potuto verificare la bontà del lavoro fatto fino ad allora. Ma di questo vi parlerò la prossima volta. Ciao!

martedì 5 marzo 2013

Due stagioni con la rappresentativa regionale - parte prima

Ciao a tutti! Riprendo a scrivere su questo blog, sperando che mi abbiate perdonato la lunghissima assenza dovuta alle cause di cui ho parlato nel precedente post, con l'intenzione di raccontarvi la mia esperienza con la selezione regionale femminile della Sardegna.

Tutto è iniziato con una telefonata di Vincenzo, presidente della FIPAV Sardegna, nel dicembre 2010, in cui mi disse che era stato fatto il mio nome durante una riunione del C.R.Sardo e che voleva verificare la mia disponibilità a ricoprire l'incarico di allenatore delle squadre giovanili federali sarde, insieme ad un altro allenatore di cui ancora ignoravo il nome e per un biennio, fino alle prossime elezioni regionali.

Sinceramente la richiesta mi ha preso un pò alla sprovvista; non mi aspettavo infatti, per vari motivi, che la FIPAV regionale mi tenesse tanto in considerazione da affidarmi un incarico di tale importanza. E' vero, solo sei mesi prima la mia squadra aveva ottenuto la promozione in serie B2, ma questa era tutta un altra cosa! Tra l'altro avevo appena deciso di prendermi un anno sabbatico dal volley per dedicarmi all'ampliamento della famiglia... Vabbè, secondo voi che ho fatto? Naturalmente ho detto di si, mi piacciono le nuove esperienze, e un pò incoscentemente ho deciso di iniziare questa avventura.

Così ho cominciato a lavorare, ad informarmi con altri allenatori che avevano già fatto questa esperienza, a cercare materiale per farmi un corretto modello prestazionale da seguire in palestra. Nel frattempo si delineavano meglio i contorni dell'incarico: Io sarei stato 1° allenatore per i Giochi delle Isole e 2° al Trofeo delle Regioni. Mi fu comunicato anche il nome dell'altro allenatore, Pier Paolo, di Olbia, che conoscevo poco e solo come avversario in alcuni campionati di Serie C. Lui sarebbe stato il 1° allenatore nel Trofeo delle Regioni e il mio secondo nei Giochi delle Isole.

Tante incognite e poche certezze. Questa era la sensazione all'inizio. Un salto nel buio? Con Pier Paolo iniziammo a sentirci al telefono per organizzare il lavoro ed i primi raduni allo scopo di conoscere le atlete. Anche lui, come me, è dubbioso. Non mi conosce,  non sa come lavoro in palestra, non conosce il mio carattere, non sa se ci troveremo bene insieme. Lo capisco. In questa regione ci sono tanti ottimi allenatori ma anche tanti presuntuosi ed esaltati, perciò non è facile dare subito fiducia ad uno (quasi) sconosciuto.

Pensammo che fosse meglio dividerci i compiti, almeno per i primi raduni. La Sardegna è grande, troppo grande e mal collegata. Le ragazze da vedere erano tantissime, perciò decidemmo: lui iniziò a fare una prima indagine nella zona di Sassari e Nuoro ed io ad Oristano e Cagliari.

Ci iniziammo a scontrare con i primi problemi: disponibilità e logistica delle palestre, campanilismi tra società, timore di vedersi soffiare le proprie atlete dalle "solite" società più ricche... oltre ad una diffusa diffidenza, soprattutto da parte delle società più "piccole", verso la FIPAV regionale e, di conseguenza, verso di noi che la rappresentevamo. Ho cercato di capire i motivi di questa diffidenza, parlando coi dirigenti e gli allenatori delle società. Sono saltati fuori i motivi più disparati, dalla semplice antipatia alla critica al lavoro fatto da chi ci ha preceduto, dall' incomprensione dell'utilità della rappresentativa regionale alla presunta ingratitudine dovuta ad episodi passati.

Insomma un campo minato. La prima cosa che allora decisi di fare era di cercare di comprendere i problemi che le società ponevano e, pur conscio di non poterli risolvere, cercare quantomeno di fargli capire l'importanza del nostro lavoro ed i vantaggi che le ragazze e, di riflesso, la società di appartenenza potevano avere nel lavorare in palesta con ragazze di altre società, anche se solo per pochi allenamenti.

Ho anche cercato di coinvolgere il più possibile allenatori, dirigenti e genitori, convinto che l'esperienza della selezione regionale deve andare oltre il coinvolgimento della singola atleta, diventando un occasione di partecipazione e scambio di opinioni che coinvolga tutti, ed in particolare quelle realtà più isolate che, probabilmente,  hanno meno occasioni di confronto pallavolistico al di fuori della loro zona o provincia (l'ho sempre pensato, come dimostra questo post scritto sei anni fa).

A questo punto mi chiederete: come è andata? Sei riuscito a combinare qualcosa? Beh, spero e penso di si. Ma non voglio annoiarvi troppo, ve lo racconterò in un prossimo post. Ciao e a presto.

venerdì 1 marzo 2013

Sto tornando... dopo due fantastiche esperienze!

Prima di tutto due parole: Grazie e Scusatemi.

Grazie perchè durante il lunghissimo tempo in cui ho dovuto, mio malgrado, trascurare questo blog ho ricevuto moltissimi messaggi (e non solo dalla Sardegna) che mi invitavano a riprendere a scrivere. Non credevo che il mio blog fosse letto da così tante persone e lo scoprirlo mi ha fatto indubbiamente molto piacere.

Scusatemi per aver smesso di scrivere per così tanto tempo. Ma a mia parziale difesa adduco la recente paternità che mi ha assorbito totalmente, privandomi anche di quel poco tempo che di norma usavo dedicare a questo blog. Aggiungo poi che in questi ultimi due anni, oltre ad allenare le mie squadre, mi sono assunto anche l'impegno di seguire le rappresentative regionali femminili: Ecco spiegata, ma non completamete giustificata, la mia "scomparsa" dalla rete.

Ora i miei impegni si sono un pò ridotti e sto prendendo il ritmi giusti anche nel fare il papà. E' perciò mia intenzione riprendere ad annoiarvi, tediandovi di tanto in tanto con le solite, strampalate elucubrazioni ed i conseguenti quanto discutibili commenti sul mondo del volley isolano e non, visto sempre con l'ottica di chi passa il suo tempo in palestra facendo l'allenatore.

Sto preparando un post sulla mia esperienza con le rappresentative regionali con cui, come ho detto prima, ho avuto l'onore di lavorare seguire nello scorso biennio. Devo anche concludere un paio di discorsi lasciati in sospeso con gli ultimi post. Perciò... STAY TUNED!

mercoledì 12 gennaio 2011

Programmi, modifiche inattese e improvvisazione (parte prima?).

Tutti noi allenatori arriviamo la sera in palestra (mi auguro) con il nostro bravo programma di allenamento, attentamente preparato a casa (vi evito noiose elucubrazioni su macrocili, microcicli, ecc.). La domanda è: quante volte riusciamo a svolgerlo così come lo abbiamo pensato? spesso, mai, talvolta? Per sviscerare un pò questo problema comune, penso, a tutti coloro che cercano di applicare una qualche forma di programmazione alla propria attività di allenatori, ho iniziato a chiedermi innanzitutto quali sono i motivi per cui ciò accade per poi, spero, ragionare su metodi e soluzioni per cercare di migliorare le cose (magari in un post successivo).

Allora: Perchè talvolta non riusciamo a fare, in tutto o in parte, quello che ci siamo preventivamente proposti? Provo a buttare giù un elenco dei motivi, assolutamente nell'ordine in cui mi saltano in mente e senza dettagliare, giusto come spunto di riflessione;
  1. Assenza imprevista di uno o più atleti;
  2. Assenza imprevista di un collaboratore;
  3. Più o meno gravi infortuni o indisposizioni di cui non eravamo informati;
  4. Logistica della palestra e/o attrezzature mancanti o danneggiate;
  5. Approccio negativo degli atleti all'esercizio proposto;
  6. Esercizi proposti che si rivelano inadatti alla situazione;
Sicuramente ve ne sono altri, ma almeno nella mia esperienza questi sono i principali motivi che mi spingono talvolta a modificare "al volo" uno o più esercizi in un allenamento.

Dando per scontato quello che ho detto all'inizio, e cioè che noi allenatori prepariamo sempre i nostri allenamenti con serietà e attenzione, cercando di prevedere tutti i problemi possibili, diciamo che mentre i primi quattro punti sono spesso inevitabili, gli ultimi due dipendono molto, a mio parere, dall'esperienza dell'allenatore e dalla conoscenza che egli ha del suo gruppo, intesa come capacità di prevedere le reazioni dei suoi atleti alle esercitazioni proposte. E' vero che la disciplina sportiva del nostro gruppo (dirigenti compresi) può ridurre al minimo la possibilità di trovarci nelle condizioni descritte dai punti 5 e 6, ma mi piacerebbe ragionare un pochino su queste ultime due situazioni, che tra l'altro sono molto simili tra loro.

Il nostro obiettivo in palestra, credo che su questo siamo tutti d'accordo, è sfruttare al meglio il tempo a disposizione per migliorare quelle capacità che permetteranno ai nostri atleti di giocare insieme nel modo più efficace. Detto ciò, ricordo che esistono molte pubblicazioni che correlano direttamente l'apprendimento motorio alla situazione emotiva* dell'allenamento, quasi tutti arrivando alla conclusione che l'apprendimento non avviene o avviene in forma molto limitata se l'atleta non "accetta" l'esercitazione proposta. Questo a prescindere l'esercizio in se sia valido o no.

Ciò che intendo dire è che anche il migliore esercizio, se non viene considerato valido dagli atleti o comunque non soddisfa le loro aspettative, non ci consente di giungere ai risultati sperati. In pratica stiamo usando male il tempo a nostra disposizione.

Ma perchè uno o più atleti, in determinate situazioni, tendono a reagire ad un esercitazione proposta in maniera negativa? Premetto che, nel mio modo di ragionare, la responsabilità di ciò che accade in palestra è sempre dell'allenatore, il quale deve fare di tutto per capire i problemi del gruppo e delle persone prima che esplodano e prevenire le situazioni negative con interventi più o meno drastici.

Detto ciò tenderei a classificare i motivi più o meno in quattro gruppi, tralasciando volutamente le cause esterne alla palestra, che comunque sono da tenere in considerazione:

  • Esercitazione inadatta al gruppo: Probabilmente l'esercizio proposto non è adatto alla qualità fisiche, tecniche o tattiche delle atlete. Il compito richiesto potrebbe essere troppo semplice (genera noia perchè l'atleta non ha bisogno di impegnarsi troppo per riuscire) o troppo complicato (produce frustrazione in quanto non si riesce a farlo).
  • Situazione ambientale inadatta all'esercizio: L'ambiente in cui stiamo lavorando spesso crea difficoltà nell esecuzione dell'esercitazione proposta: troppi atleti coinvolti in una palestra piccola, un esercizio poco dinamico in una giornata fredda, ostacoli che non ci consentono di spostarci liberamente, il sole in faccia che entra da una finestra, ecc. sono tutti motivi che possono indurre l'atleta a considerare l'esercizio frustrante.
  • Esercitazione inappropriata al momento: E' forse il caso più difficile da valutare, in quanto la stessa esercitatione, proposta in altri giorni allo stesso gruppo ha dato e darà risultati positivi. Può essere dovuto al fatto che il giorno abbiamo sollecitato troppo alcuni gruppi muscolari, alla stanchezza di alcuni atleti chiave (es. palleggiatore) o, talvolta, alle pressioni dovute alla stagione agonistica (es. situazione in classifica, andamento delle ultime gare).
  • Esercitazione percepita come inutile: Accade quando non abbiamo spiegato bene il fine dell'esercizio o, più in generale, quando uno o più atleti non considerano quell'esercizio come allenante e utile alla loro crescita. Capita molto spesso con gruppi e atleti esperti che hanno difficoltà ad accettare nuove metodologie d'allenamento o con giovani che si sono allenati sempre con lo stesso allenatore.
Ok. Qui mi fermo... ci sono abbastanza spunti per ragionare. In un prossimo post mi piacerebbe scrivere qualcosa su come agire per risolvere o limitare al minimo l'occorrenza di queste situazioni, perciò scrivetemi come sempre per farmi sapere il vostro punto di vista, ok?
Ciao

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* ricordo un libro interessante letto tempo fa, purtroppo non era mio ma solo in prestito, che si intitolava "Manuale di Psicologia agonistica". potete vederne un'anteprima cliccando qui  

mercoledì 1 dicembre 2010

Lavorare per oggi o per il futuro? Obiettivi e programmazione.

Mi è capitato qualche giorno fa di far due chiacchiere con un collega allenatore, impegnato con un gruppo giovanile femminile e incontrato per caso sul mio posto di lavoro, che mi ha espresso alcune sue difficoltà nel programmare le attività in palestra. In sintesi i problemi riguardavano il fatto che, a suo dire, non poteva "perdere troppo tempo" (sue testuali parole) allenando determinate cose in quanto, pur ritenendole importanti per il futuro delle sue giocatrici, al momento attuale gli creavano problemi al gioco e gli avrebbero fatto perdere le partite. Nel caso in particolare parlava del muro e di far palleggiare più di una alzatrice.

Molti di voi sorrideranno pensando che sia ovvio, in particolare se si parla di giovani, preferire la crescita tecnico-tattica nel lungo periodo alla vittoria nelle prossime gare. Sono in linea di massima d'accordo, ma se la soluzione teorica del problema pare semplice, sto iniziando a pensare che non sia così dal punto di vista pratico, almeno per gli allenatori meno "esperti", altrimenti non mi spiegherei la frequenza con cui sento altri allenatori lamentarsi di problemi simili. Ripensandoci mi sono reso conto infatti di quanto spesso, durante corsi, esami e tutte le varie occasioni di incontro con altri allenatori, mi sono sentito ripetere frasi del tipo "tanto non muriamo una palla, che faccio il muro a fare?" o "macchè primo tempo, è già troppo se facciamo qualche punto con la mezza" o ancora "lo so che è un pò presto per specializzare, ma se metto un altro alzatore perdiamo tutte le partite". Evidentemente la questione non è così ovvia, almeno non per tutti.

Ragionandoci un pò su, mi vengono in mente alcune considerazioni, apparentemente evidenti ma non semplici da pianificare in pratica. Prima cosa: Tutti in palestra siamo costretti a fare delle scelte, a causa del tempo e delle risorse a disposizione, della disponibilità degli atleti, delle aspettative della società, eccetera. Ma a prescindere dalla causa che ci costringe a scegliere, la vera domanda è questa: in base a quali considerazioni scegliamo la strada da seguire? La risposta, a mio parere, è una sola ed è lampante: in base agli obiettivi, di squadra e individuali, che ci siamo posti all'inizio della stagione e che abbiamo (spero) concordato con la società.

E qui si entra in un discorso, più ampio, che a mio parere continua ad essere troppo trascurato, soprattutto dai giovani allenatori: quello della programmazione del lavoro in palestra. Si parte dai già citati obiettivi, che devono essere condivisi da società, allenatore e, possibilmente, squadra. Per intenderci, se una società mi contatta chiedendomi di vincere un campionato giovanile, dicendomi pure che non gliene frega niente se questi ragazzi migliorano tanto sono tutti in prestito da altre società (N.d.A. non ci crederete ma in passato ho avuto una richiesta simile, ovviamente rifiutata), se accetto di allenare vuol dire che sto condividendo l'obiettivo, perciò il vincere ad ogni costo è prioritario rispetto ad altri obiettivi, e di conseguenza il lavoro in palestra è orientato al conseguimento di vantaggi nel brevissimo periodo.

Ho fatto volutamente un esempio limite per evidenziare l'importanza della scelta degli obiettivi, e della conseguente programmazione del lavoro (che non vuol dire solo scriversi gli allenamenti, come qualcuno crede), nella nostra attività di allenatori, importanza troppo spesso trascurata. Non è un caso che quando ho fatto la domanda, all'allenatore di cui vi ho parlato all'inizio, su quali obiettivi si era posto all'inizio dell'anno, lui mi ha detto praticamente tutti quelli possibili: "miglioraremaanchevinceremaanchedivertirsimaanche...". L'obiettivo del lavoro di una stagione non è mai unico, ma non possiamo neanche pensare di fare tutto. Diamoci delle priorità, senza esagerare. Se poi ci accorgiamo che abbiamo sottostimato gli obiettivi sarà facile aggiungerne altri, toglierli è molto più difficile. Se facciamo queste valutazioni con un pò di pazienza ed attenzione, le scelte da compiere durante la programmazione del lavoro in palestra ci appariranno più facili, e la strada da seguire sarà, forse, un pò più chiara.

lunedì 15 novembre 2010

Filosofia e pallavolo

Domenica giornatona di volley a Cabras: corso allenatori la mattina e finali del Round Robin di Lega Femminile tra, in ordine di classifica finale, Spes Conegliano, Norda Foppapedretti Bergamo, Yamamay Busto Arsizio e Riso Scotti Pavia.

Sulle partite non tanto da dire. Sicuramente è stato bello vedere queste fantastiche atlete sfidarsi stando seduti praticamente a livello campo, anche se le tante assenze, distribuite più o meno in tutte le formazioni, delle stelle italiane e straniere impegnate ai mondiali in giappone ha inciso sicuramente sugli equilibri di gioco. Non ha aiutato poi la scelta del campo di gioco, ottimo per la visuale ma scomodo per gli spettatori, sicucuramente insufficiente ad ospitare partite di questo livello, con pochi spazi di manovra per le squadre. Non ho contato quante belle difese sono terminate sulle travi del soffitto o in tribuna. Complimenti comunque alla società Gymland che ha ospitato e organizzato l'evento, alla sua seconda edizione, insieme al comitato FIPAV di Oristano.

Ma ciò di cui voglio raccontare riguarda il corso della mattina, in cui ho avuto la possibilità di sentir parlare l'allenatore della Spes Conegliano Dragan Nesic (che abbiamo visto a cagliari qualche mese fà come allenatore della nazionale femminile bulgara) e un giovane e bravo preparatore atletico del suo staff.

Ciò di cui Dragan ha parlato è stato il suo modo di concepire l'allenamento e la pallavolo in generale, in particolare concentrandosi sull'attacco e la difesa. La qualità dell'approccio dell'atleta verso l'allenamento, la ricerca della perfezione e le richieste dell'allenatore in questo senso sono stati gli argomenti che hanno fatto da filo conduttore a tutta la mattinata con interessanti accenni alla comunicazione in palestra e agli interventi dell'allenatore. Lui ha intitolato il suo intervento "Filosofia della pallavolo". Un concetto interessante, che condivido ampiamente, in quanto è quello che spesso manca, a mio parere, agli allenatori più giovani, eccessivamente concentrati sui problemi tecnico-tattici ma che troppo frequentemente dimenticano gli obiettivi complessivi del lavoro in palestra e dell'approccio metodologico all'allenamento e, più in generale, alla vita in palestra.

Filosofia, una parola che assume un significato importante se accostata ad uno sport. Significa interrogarsi sul senso del fare una attività sportiva e interrogarsi su come approcciarsi ad essa, su come viverla, sul perchè farla. C'è bisogno che noi allenatori ragioniamo di più su questi concetti, perchè la metodologia dell'allenamento non può essere solo figlia della tecnica e della fisiologia, pena la sua assoluta inefficacia. Abbiamo in palestra persone, e troppo spesso ce ne dimentichiamo. Dobbiamo essere inflessibili nel richiedere la perfezione nell'allenamento, ma dobbiamo richiederla soprattutto come approccio mentale, trasmettendo il concetto che l'obiettivo è "vincere sempre, non vincere ogni tanto" così come dobbiamo convincere l'atleta che bisogna allenarsi bene sempre, non ogni tanto.

Bravo Dragan, un bella lezione per tutti noi.

martedì 12 ottobre 2010

Altro giro, altra corsa. Inseriamo il gettone, la giostra riparte.

Sabato si inizia, un altro campionato alle porte. Ogni anno mi chiedo chi me lo fa fare, ogni anno dico che questo sarà l'ultimo... poi però sono sempre qui. Non sò il perchè... probabilmente non c'è un perchè. Passione? Abitudine? Assuefazione? Masochismo? Posso darmi mille spiegazioni... forse semplicemente perchè mi diverto.

L'unica consolazione è che non sono l'unico. Ogni anno mi ritrovo in palestra con tanti di voi che hanno la stessa "malattia". Chi gioca, chi allena, chi organizza, chi semplicemente fà il tifoso. Tutti però ci ritroviamo sempre là, in palestra, a sudare e stressarci senza apparente motivo razionale.

Questo sport mi ha dato tantissimo, prima come giocatore, ora come allenatore, domani chissà... e io, come un amante appassionato, ho cercato di ricambiare, con tutti i miei limiti. Mi chiedo se, quando finirà questa passione sportiva - perchè finirà prima o poi, come tutte le cose, belle o brutte che siano, di questa vita - avverà con un taglio violento o appassirà lentamente. E dopo? Rimarrà un vuoto o si apriranno nuovi orizzonti? Starò meglio o starò peggio? Ai posteri l'ardua sentenza.

Nel frattempo tra quattro giorni si gioca. C'è una partita da vincere, ci sono i video da vedere, le tattiche su cui ragionare, le tecniche da affinare... non c'è tempo per queste elucubrazioni filosofico-sportive. Ho troppo da fare. Ci vediamo sabato in palestra, vi aspetto numerosi... come sempre!

lunedì 20 settembre 2010

Qulificazioni WGP a Cagliari

Questo fine settimana full-immersion di Volley! Sono andato a vedere gli allenamenti (la mattina) e le partite (la sera) delle nazionali che partecipano al torneo di qualificazione del World Grand Prix 2011 a Cagliari.

Certo che avere la possibilità di vedere all'opera sei-dico-sei nazionali tra le più forti d'europa è un occasione che non capita tutti i giorni. Soprattutto sfruttare l'occasione di vedere gli allenamenti pre-gara è stato veramente molto interessante.

Osservare in allenamento le diverse scuole di gioco mette in risalto come certe scelte tecnico-tattiche, che noi allenatori diamo talvolta per scontate in quanto appartengono al modo di intendere il volley nel nostro paese, non solo non sono utilizzate in altre realtà ma addiritura, almeno mi è sembrato, evitate con cura.

Questo evidenzia ancora un volta, se mai ce ne fosse bisogno, un concetto a mio parere fondamentale nella nostra attività di allenatori: non c'è un solo modo di giocare a pallavolo, ce ne sono molti e dipendono sostanzialmente dalle caratteristiche della squadra e dei nostri giocatori. Sta all'abilità del tecnico sfuttare al meglio queste capacità con l'allenamento e l'applicazione delle tecniche e delle tattiche che meglio si adattano ai propri atleti.

Dispiace vedere però quanti pochi allenatori erano presenti a vedere gli allenamenti la mattina. E' vero, tutti abbiamo altri impegni e problemi (soprattutto chi, come me, non vive di sport... cioè la maggioranza), ma un occasione così quando ricapita? e dai... almeno una volta... la domenica... o il lunedì pomeriggio... non è una buona occasione di prendersi magari una giornata di ferie?


L'opportunità di vedere 5 nazionali straniere allenarsi per preparare una gara importante non è cosa di tutti i giorni. Partite ne vediamo tante anche in TV, allenamenti no. Fidatevi, ne vale la pena! Ciao.

martedì 4 maggio 2010

Qualifiche e Abilitazioni Tecnici Fipav

Alcuni amici mi hanno scritto per avere qualche chiarimento sulle nuove qualifiche degli allenatori FIPAV, in particolare quelle che riguardano i nuovi livelli intermedi dedicati al settore giovanile. Cercherò di fare un pò di chiarezza sulla questione. Innanzitutto vediamo quali sono, alla luce delle ultime novità, le qualifiche dei tecnici federali da ora in poi conseguibili. Nell'ordine sono sei:
  1. Allievo Allenatore - Primo livello giovanile
  2. Allenatore di primo grado.
  3. Allenatore di primo grado - Secondo livello giovanile
  4. Allenatore di secondo grado.
  5. Allenatore di secondo grado - Terzo livello giovanile
  6. Allenatore di terzo grado.
Le qualifiche sono consequenziali nell'ordine in cui le ho elencate, perciò per conseguire una qualifica bisogna già possedere la precedente. Dal punto di vista temporale, ci vogliono un minimo di sei anni per completare tutto il percorso, infatti tenendo conto che:
  • i corsi per conseguire il livello giovanile successivo possono essere conseguiti lo stesso anno del corso di abilitazione di primo o di secondo grado (è probabile quindi che il livello giovanile successivo ad un grado si configurerà come un integrazione al corso precedente, vedremo...);.
  • per conseguire il grado successivo devono trascorrere almeno due anni;
se io fossi un allenatore che inizia quest'anno con il corso allievo -1° liv. giov. potrei seguire questo percorso:
  • tra un anno: conseguo il 1° grado e successivamente il 1° grado - 2° livello giovanile
  • tra tre anni: conseguo il 2° grado e subito dopo il 2° grado - 3° livello giovanile
  • tra cinque anni: conseguo il terzo grado.
questo sempre se ho seguito i corsi d'aggiornamento intermedi, se il mio comitato organizza puntualmente i corsi e se non vengo bocciato ai corsi.

Ma la domanda che tutti fanno più spesso è: cosa posso allenare con le varie qualifiche?
cercherò di essere chiaro con questo elenco:

Allievo Allenatore - Primo livello giovanile.
Posso allenare come primo allenatore solo seconda e terza divisione, mentre da secondo allenatore posso sedere in panchina fino in serie D. Nei campionati di categoria (Under) non posso andare in panchina, sia da primo che da secondo allenatore, in società che militano con la prima squadra in campionati di C o superiori. 

Allenatore di primo grado.
In più rispetto al livello precedente posso sedermi in panchina da 1° allenatore fino alla prima divisione, mentre da 2° allenatore fino alla B2. Per gli under rimane uguale la limitazione del livello precedente: posso andare in panchina solo con società che hanno la prima squadra in serie D o in campionati inferiori. 

Allenatore di primo grado - Secondo livello giovanile.
Invariati i limiti per i campionati di serie e di divisione rispetto al livello precedente: massimo prima divisione da 1° allenatore e massimo B2 da 2°. Negli under posso andare in panchina con tutte le società a patto che queste non abbiano la prima squadra in serie A1 o A2. 

Allenatore di secondo grado.
Posso sedermi in panchina come primo allenatore fino alla serie B2, mentre da secondo allenatore posso seguire anche fino alla A1. Negli under posso seguire dalla panchina, sia da primo che da secondo allenatore, squadre di società che hanno la prima squadra al militante massimo in serie B1. 

Allenatore di secondo grado - Terzo livello giovanile.
L'unico limite è che non posso guidare squadre come primo allenatore oltre la B2. come secondo allenatore e per i campionati di categoria non ci sono vincoli. 

Allenatore di terzo grado.
Nessun limite, posso allenare qualsiasi squadra.

Ok, spero di essere stato esaustivo. se però volete maggiori informazioni sull'argomento vi consiglio di leggere questo documento (PDF). Tenete poi presente che quasi tutti i comitati provinciali e regionali FIPAV stanno organizzando in questi giorni dei corsi integrativi per poter transitare senza danni (per "danni" intendo il non poter allenare quest'anno quello la stessa squadra dell'anno scorso) dalle vecchie qualifiche alle nuove. Perciò, se avete dei dubbi, la prima cosa da fare è contattare i comitati federali di competenza per avere delucidazioni in merito.

Se avete dei dubbi comunque scrivetemi, o rispondetemi sul blog. Ciao.

lunedì 19 aprile 2010

Sito chiuso ma ritorno sul blog.


Ciao a tutti... lo so, lo so, ho chiuso il sito. Mi avete scritto in molti per "sgridarmi". Ma isolavolley.it aveva fatto il suo tempo. era nato nel 2001, quando internet era agli inizi e trovare documentazione tecnica sulla pallavolo sulla rete era molto difficile, per non parlare dei risultati, calendari, ecc.

Oggi si può trovare praticamente di tutto on-line, quindi il sito stava diventando uno dei tanti, e non aveva per me più senso spendere tempo e risorse in un qualcosa che ormai rappresentava un qualcosa di non più originale.

Prometto però che riinizierò a scrivere assiduamente su questo questo blog, e ringraziando quanti in questi ultimi mesi mi hanno scritto e detto tante belle parole (e qualche critica) sul lavoro fatto ne aprofitto per mandare a tutto il mondo della pallavolo, in particolare a quello della nostra isola, un grandissimo saluto. A prestissimo, Andrea

P.S. anche il mio indirizzo email è cambiato: adesso potete scrivermi a volley-chiocciolina-andrealazzari-punto-it.

lunedì 27 luglio 2009

Et voilà, ecco la "Golden formula"

Non so quanti di voi ne sono a conoscenza, ma nei Campionati del Mondo per Club, organizzati dalla FIVB e che si giocheranno in Qatar tra il 3 e l'8 novembre di quest'anno, si sperimenterà la cosiddetta "Golden formula", una nuova "regola" che, se sarà ritunuta valida dalla FIVB, è destinata a rivoluzionare non poco la pallavolo come la conosciamo oggi.

Questa formula prevede infatti che il primo attacco di ciascuna squadra (da quello che ho capito sia la squadra che riceve sia quella in fase break, smentitemi pure se avete fonti più precise) è possibile effettuarlo solo dalla seconda linea, cosa che, secondo la FIVB, dovrebbe rendere più lunghe e spettacolari le azioni di gioco... ok, sarò il solito bastian contrario, però ho l'impressione che chi gioca al centro si suiciderà con una regola come questa. Secondo me infatti questa formula praticamente azzererà gli attacchi da posto 3 (che già oggi nella pallavolo maschile di alto livello sono veramente pochi), obbligando i poveri centrali, già costretti ad uscire dal campo in difesa, a limitarsi al solo muro in prima linea.

Vorrei sentire le vostre opinioni... certo, è solo un esperimento, però ho un lieve timore: se passa una cosa del genere, chi glielo dice al ragazzino che deve giocare centrale? Già oggi è difficile chiedere ai giovani di specializzarsi in quel ruolo, figuriamoci se poi si ritrovano a non attacare praticamente mai.

lunedì 20 luglio 2009

Fuori gli atleti "OVER"

Non si può dire che sia una sorpresa: Le norme federali della scorsa stagione testualmente asserivano che "l’introduzione della Limitazione degli Atleti OVER viene rimandata alla stagione 2009/2010".

Però un pò tutti (guardate per esempio qui, qui o qui) speravano in un ulteriore rinvio o un inversione di rotta, invece nisba: da questa stagione un numero considerevole di giocatori di pallavolo (tra l'altro quelli con il maggior bagaglio di esperienza da trasmettere ai giovani) dovranno scegliersi un altro sport.

Sono in generale contrario a qualsiasi regola che, nello sport, non premi la qualità, l'abilità tecnica e il lavoro in palestra a favore di altri parametri. In particolare favorire i giovani eliminado la concorrenza di chi, ricordiamolo, per anni ha lavorato e sudato in palesta per giungere ad una qualità tecnica che, a 35 anni, gli consente di giocare meglio di un giovane che ha dalla sua un fisico esplosivo e libero da acciacchi, non mi sembra giusto.

Ma a parte le questioni etiche che, si sà, non sono mai state il punto di forza delle federazioni nazionali, interessate da sempre solo alle rappresentative nazionali e sorde ai problemi di atleti, allenatori e società, mi viene il fondato dubbio che questa norma farà dei danni enormi al sistema pallavolo, in particolare causando:

1) il calo del livello tecnico: a mio parere l'allontanamento di tanti giocatori esperti porterà, anno dopo anno, ad un abbassamento del livello tecnico dei
campionati. Non sò se voi sarete d'accordo, ma per me è impossibile che non avvenga.

2) l'aumento degli ingaggi e la riduzione del numero delle società: Il mercato dei giocatori subirà all'inizio una drastica riduzione dell'offerta di giocatori bravi, che comporterà giocoforza subito un aumento degli ingaggi (se si riduce l'offerta aumenta il prezzo) e nel lungo periodo un riduzione della domanda, che si può attuare solo come una riduzione del numero delle società, causata dal fatto che l'offerta bassa e i prezzi alti costringeranno molte società a chiudere i battenti. A quel punto il mercato si riequilibrerà, i prezzi dei giocatori torneranno quelli di oggi ma con un numero di società e di atleti inferiore. Non lo dico io, sono leggi di mercato.

Potrei darvi altri motivi per i quali questa norma, a mio parere scellerata, porterà a una crisi ancora più profonda di quella in cui ci troviamo. Ma mi sembra che quello che ho già detto e l'esperienza fallimentare delle norme "pro-giovani" viste in passato diano già abbastanza spunti per ragionare.

In generale, se il nostro sport non avesse una base così poco ampia (almeno nel maschile, nel femminile si smette comunque presto, perciò la regola non creerà, credo, grandi problemi) potrei capire il senso della regola. Diciamo che, per esempio se avessimo i numeri del calcio, potremmo (forse) permetterci di far smettere di giocare i più grandi di età... ma noi non siamo il calcio; Forse, qualcuno, se ne è dimenticato.

lunedì 20 aprile 2009

Ma che sta succedendo allo sport?

Ho letto con tristezza stamattina, su Repubblica.it, una notizia che mi ha lasciato molto disgustato. Certo, non riguarda il nostro sport ma i "cugini" del basket, però comunque queste cose fanno pensare. Riporto solo le prime righe dell'articolo, intitolato "Scoppia lo scandalo del basket truccato":

"REGGIO CALABRIA - Aggiustavano le partite a tavolino attraverso arbitri compiacenti, che venivano premiati con giudizi positivi sulla direzione della gara. Valutazioni che si traducevano in punti buoni per i "fischietti" disponibili e che erano necessari per far carriera, per accedere all'Olimpo del basket che conta, alla serie A. Ma quando i match non finivano come volevano loro il voto dei commissari - che, paradossalmente avrebbe dovuto vigilare sulla loro imparzialità in campo - era pessimo e fioccavano le bocciature."

Mi chiederete: Perchè ti stupisci? Il Calcio in effetti ci ha abituato a cose peggiori... ma sono molte le cose che mi fanno riflettere di questa notizia:

1) L'inchiesta non riguarda (per ora?) campionati di serie A, ma di serie B e C.
2) Non si palrla del calcio, che ormai di sport ha ben poco, ma di uno sport molto meno ricco e più simile a tanti altri, anche al nostro.
3) Non si tratta di singoli arbitri "venduti" ma dei vertici delle commissioni arbitrali; sempre citando l'articolo di Repubblica: "Secondo quanto trapelato, il pm Maria Luisa Miranda avrebbe individuato l'oligarchia, costituita dai vertici del Cia (Comitato italiano arbitri di basket), in grado di condizionare i tornei."
4) I casi di partite falsate avrebbero riguardato squadre di quasi tutta Italia, l'articolo parla di gare in "Lazio, Calabria, Toscana, Sicilia, Umbria, Puglia, Campania, Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte"

Aspettando che l'inchiesta vada avanti, spero che le accuse si ridimensionino o si dimostrino false. Se non fosse così sarebbe triste concludere che, anche in sport nobili come il basket, gli imbroglioni e i truffatori sono arrivati a controllare i vertici delle stesse strutture che dovrebbero garantire la limpidezza ed il rispetto dei principi morali che lo sport, da sempre, porta con se.

venerdì 3 aprile 2009

Amarcord e futuro all'Annunziata

Un'altra stagione sta per finire, se con lode o disonore lo lascio valutare ad voi, tanto non giova a nessuno continuare a parlare dei soliti problemi.

Vorrei parlare però di ciò che è successo nei giorni scorsi nello storico campo dell'Annunziata, in viale merello a Cagliari... il mitico campo all'aperto in cui ha giocato il GS Sardegna per tanti anni, e dove hanno mosso i primi passi tanti giocatori oggi 40-50enni. Io purtroppo non ho potuto partecipare, anche se mi sarebbe piaciuto tantissimo (sigh) , ma ho seguito con attenzione gli aggionamenti puntuali di Stefano Fontoni sul gruppo di facebook dedicato alla pallavolo dell'annunziata. Io ho frequentato poco l'annunziata, ma ho giocato là tante partite e tantissimi amici che ho conosciuto hanno cominciato a giocare a volley proprio in quei campi... Vittorio Sechi, Maurizio Boi, Roberto Zedda, Piergiorgio Loi, e tantissimi altri amici con cui ho condiviso molti bellissimi momenti sia in campo che fuori.

Ma vi starete chiedendo... che cosa è successo all'Annunziata? E' stato giocato un torneo dove, con l'obiettivo di ricordare l'amatissimo presidente Virgilio Loi, recentemente scomparso, si è giocato tra amici per ricordarci che cosa la pallavolo è stata per molti di noi e che cosa vorremmo tornasse ad essere. Come ho detto prima, non ho potuto esserci, ma voglio ringraziare gli organizzatori per aver fatto rivivere un luogo così importante per tutti noi... ma è importante sapere che non è finita. Infatti ci si continua ad allenare, prossimo allenamento... martedì 7 aprile, poi ogni mercoledì... se vi interessa, contattate il gruppo su facebook "G.S. Sardegna - La pallavolo all'Annunziata"... e buon divertimento!

martedì 24 marzo 2009

Il Blog è tornato... parliamo di corsi.

Ciao a tutti! Dopo quarche mese di assenza (ben cinque! sigh...) sono tornato a scrivere di pallavolo sul blog. Tanto per cominciare inizio col segnalarvi un corso allenatori (organizzato dalla dataproject, che tanto per cambiare approfitterà dell'occasione per cercare di venderci il suoi software... ma come facevamo prima dei computer? :o) che pare interessante, se non altro per la presenza di Carl McGown, uno dei più grandi coach statunitensi, che si terrà a Bologna il 24 maggio di quest'anno. Per maggiori informazioni andate in questa pagina.

Per chi invece non ha la possibilità di lasciare la Sardegna o i mezzi per farlo per aggiornarsi non ci sono grandi possibilità... Qui da noi i corsi di aggiornamento pensati per i 2° e 3° gradi sono rarissimi, e per sentir parlare di pallavolo bisogna andare a seguire nuovamente le lezioni dei corsi di 1° o 2° grado, oppure qualche corso fatto per la scuola. Questi i corsi di aggiornamento per allenatori previsti in programma:

  • martedì 5 maggio a Oristano;
  • mercoledì 6 maggio a Sassari
  • Il 31 maggio, 1-2 giugno: Villaggio Telis Arbatax
come vedete, due infrasettimanali a cui sarà molto difficile partecipare (almeno per chi lavora e non vive di rendita) e uno che si svolge nell'unica zona della Sardegna dove arrivare costa più o meno, in termini di tempo e spese di carburante, che andare a Bologna con una compagnia low cost.

Comunque vi segnalo che proprio questo sabato si terrà a Monserrato, durante la mattinata, un corso rivolto ai docenti di educazione fisica della scuola sui seguenti argomenti: "Tecnica individuale ed organizzazione di gioco mirati alle acquisizioni fondamentali della disciplina della pallavolo” e “Progetti settore scuola e promozione e rapporti di collaborazione con le società sportive”. La cosa buona è che ci sarà anche Schiavon, quella cattiva è che gli argomenti sono sempre gli stessi... ma io parteciperò, meglio di niente.

Ciao e a presto

mercoledì 5 novembre 2008

Piccola pausa

Chiedo scusa a tutti, ma a causa dei problemi dovuti all'alluvione nella zona di Capoterra dove vivo e lavoravo, ho difficoltà ad aggiornare il blog in questi giorni. Ma tranquilli, è tutto ok e mi farò vivo presto. Ciao

martedì 23 settembre 2008

Modifiche alle regole 2009-12

Si sta parlando spesso questi giorni delle modifiche alla regola che riguarda l'invasione a rete. Per fare chiarezza riporto esattamente il testo delle modifiche come sono state approvate al Congresso Mondiale FIVB in Dubai:

11.2.2.2: Il contatto con il suolo del campo opposto con qualsiasi parte del corpo sopra i piedi, è permesso a condizione che non interferisca con il gioco degli avversari.

11.3.1: Il contatto di un giocatore con la rete non è fallo, a condizione che non interferisca con il gioco.

11.3.2: I giocatori possono toccare i pali, i cavi o qualsiasi altro oggetto oltre le antenne, compresa la rete, a condizione che non interferisca con il gioco.

11.4.4: Un giocatore interferisce con il gioco avverso (tra l’altro):

  • toccando la banda superiore della rete o l’antenna durante la sua azione di giocare la palla, o
  • usufruendo di un ingiusto vantaggio sull’avversario, o
  • facendo una azione che ostacola un avversario intento a giocare la palla.
Diciamo che la vera novità di questo regolamento sembra che stia soprattutto in due punti:
1) Da ora in poi non è più fallo toccare la rete anche durante la propria azione di gioco (muro, attacco, alzata, ecc). L'unica cosa che non si può toccare è il nastro superiore o l'antenna.
2) Tranne che coi piedi, si potrà toccare il campo avversario con tutte le altre parti del corpo (appoggiare una mano, il ginocchio, ecc.), sempre a patto di non ostacolare gli avversari.

Oltre a queste sono cambiate anche altre regole. Cliccando qui potete vedere l'elenco completo delle modifiche. Ciao.

martedì 26 agosto 2008

KT: il Kinesio Taping

Questo post nasce da una domanda fattami a cena da un amico (di quelli che, calcio a parte, lo sport lo guardano solo una volta ogni 4 anni, grazie alle olimpiadi). La domanda, testualmente, era: "Perchè oggi si fanno le fasciature nere?"

Ho impiegato qualche istante per capire, e indagando un pò con qualche domandina ho scoperto che il mio amico si stava seguendo tutte le gare di beach-volley femminile (probabilmente più per l'aspetto "estetico" delle atlete che per l'evento di per se... Sigh! Acosta aveva quindi ragione ad imporre gli slip "brasiliani"?) e parlava della Walsh, atleta USA, che durante le gare mostrava un vasto KT sulla spalla destra.

Gli ho spiegato che non era una fasciatura "convenzionale", un classico bendaggio funzionale. Che esisteva da un sacco di tempo visto che era stato usato la prima volta nel 1988 dai giapponesi a Seoul, ma che solo da una decina d'anni si usa in Europa, mentre da noi in Sardegna circola da pochi anni (...insomma siamo sempre gli ultimi!). Gli ho cercato anche di spiegare che aveva degli effetti sulla contrazione dei muscoli, sull'allineamento articolare, sulla circolazione, sul dolore, eccetera eccetera.

Mi sono reso conto però di saperne poco anch'io, così mi sono un po' documentato, e ho scoperto alcuni siti utili da visitare per chi vuole avere qualche informazione in più.
Esiste ovviamente un sito ufficiale, ma ho trovato molto carino anche quest'articolo in pdf sul sito Sportmedicina.com.
Poi ecco una serie di articoli con dei casi clinici reali (anche se non direttamente legati all'attività sportiva) abbastanza interessanti.

Ok, direi che basta per iniziare. Mi piacerebbe però sapere il vostro parere su questa tecnica; se poi qualcuno che legge ha fatto qualche esperienza con il KT vi chiedo di farmi sapere come è andata qui sul blog o, se preferite, in privato. Ciao.

venerdì 8 agosto 2008

Marco Locci secondo in A1/F a Cesena

E' stata ufficializzata la notizia anche dalla lega (www.legavolleyfemminile.it): Marco Locci sarà il secondo di Manuela Benelli (nella foto) a Cesena in A1 Femminile.

Sapevo già la news da qualche mese ma adesso che è ufficiale posso finalmente manifestare la mia felicità: Credo che Marco sia un allenatore molto serio e preparato, oltre che una persona umile e in gamba. Inoltre ha fatto molta "gavetta" sia nel maschile che nel femminile, e penso che questo sia uno dei requisiti più importanti che un allenatore deve possedere prima di arrivare ad alto livello, anche perché allenare tra B e C insegna a lavorare anche in situazioni difficili, con atleti non professionisti e dirigenti spesso volenterosi ma ancor più spesso inesperti e pasticcioni.

Ho avuto occasione di stare molto in palestra (e a tavola) con Marco quest'anno, appena aveva qualche minuto libero era sempre in palestra, sempre disponibile a dare una mano o a rispondere ai miei dubbi, cose di cui io ho ovviamente abusato e di questo nel ringraziarlo ancora mi scuso. Molti dei successi del Serramanna Volley negli ultimi anni sono indubbiamente dovuti a lui, direttamente o indirettamente.

Io personalmente poi non vedrò l'ora di rivederlo, avido di racconti, chiacchiere, consigli e aiuto come sempre.

Ciao e in bocca al lupo Marco, di cuore.

martedì 5 agosto 2008

Pechino 2008 al via

Pronti... partenza... Via! Il 9 agosto l'Italia femminile inizia, contro la fortissima Russia, il torneo olimpico di volley. Per la nostra pallavolo le olimpiadi hanno sempre rappresentato un traguardo "stregato": sempre vicini alla meta, sempre mancata per un soffio! Questa volta speriamo di fare il colpaccio (scongiuri)

Auguro agli atleti e agli staff un grandissimo in bocca al lupo e, per permettere a tutti di seguire le nostre formazioni, posto il calendario delle partite dell'Italia (quello completo potete scaricarlo qui). Ecco il calendario, ma ricordatevi l'orario è quello cinese, quindi per sapere l'orari in Italia dovete togliere 6 ore... quindi la prima partita è alle 4 del mattino, SIGH!

09 ago - 10:00 - Italia-Russia Donne
10 ago - 12:00 - Italia-Giappone Uomini
11 ago - 12:00 - Kazakistan-Italia Donne
12 ago - 12:30 - USA-Italia Uomini
13 ago - 10:00 - Italia-Algeria Donne
14 ago - 10:00 - Italia-Venezuela Uomini
15 ago - 14:30 - Serbia-Italia Donne
16 ago - 14:30 - Italia-Bulgaria Uomini
17 ago - 14:30 - Italia-Brasile Donne
18 ago - 20:00 - Cina-Italia Uomini
19 ago - Quarti di finale Donne
20 ago - Quarti di finale Uomini
21 ago - Semifinali Donne
22 ago - Semifinali Uomini
23 ago - Finali Donne
24 ago - Finali Uomini

Ciao a tutti e godiamoci lo spettacolo. Forza Azzurri/e!