martedì 17 aprile 2007

Progetto Uomini: oltre il 2010

Stavo leggendo la presentazione del progetto federale “oltre il 2010” finalizzato, cito testualmente le parole del sito federvolley.it, “ad un grosso rilancio del movimento maschile nei prossimi anni” (se non l’avete letto, cliccate qui).
La parte iniziale, dove si analizzano le cause della non rosea situazione attuale, è quella che mi ha fatto più pensare. Ci sono in particolare un paio di affermazioni su cui vorrei dire due parole.
Una è la seguente: “…l’obbligo dei giovani nei campionati di serie era stato mal digerito da molti club. Poco spazio quindi per i giovani, che pativano la presenza di un numero di atleti dai 30 ai 40 anni ben costruiti tecnicamente…”. Intanto mi stupisce l’attribuzione ai club del fallimento della regola dell’obbligo dei giovani, a mio parere uno dei più grandi errori fatti in passato dalla federazione. Ciò indica probabilmente che in FIPAV non si è ancora capito il perché dei risultati disastrosi di quella norma. A parte ciò, non riesco a capire se l’ultima frase è più un invito ai giocatori “dai 30 ai 40 anni” a mettersi da parte oppure una velata critica agli allenatori che non creano atleti giovani “ben costruiti tecnicamente”ed in grado quindi di competere con gli atleti più grandi. Se, come credo, è proprio quest’ultimo il senso principale della frase, devo dire che mi trova molto d’accordo. Infatti, da una frase successiva dove si ritrovano più o meno gli stessi concetti (“Inoltre l’idea di allenare il “gioco globale”, oltre a ridurre la durata degli allenamenti ha portato i tecnici ad avere sempre meno tempo per allenare la tecnica individuale delle giovani “riserve”) sembra che si stia comprendendo uno dei problemi principali dei settori giovanili: Si sta allenando poco la tecnica, in quanto la moda negli ultimi anni è quella di molti esercizi globali rispetto ai lavori sintetici e analitici.
Mi auguro che il progetto “oltre il 2010” sia il primo passo verso la fine di questa moda scellerata ed il ritorno alla centralità della tecnica individuale nei settori giovanili. Credo che a livello nazionale lo abbiano capito… vediamo quanto tempo ci metteremo a recepirlo anche noi.

P.S. per chi non lo sapesse la nazionale prejuniores maschile è arrivata solo ottava agli europei, e ciò dimostra quanta strada c’è da fare…

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao mi chiamo Massimiliano e scrivo da Napoli.
Sono d'accordo in parte con quello che hai scritto, per il semplice motivo, che oltre all'incompetenza di noi allenatorie alla trascuratezza degli organi federali; c'è da tener presente le enormi dificoltà che incontrano le società nel fare sport.
Non so da voi in Sardegna, ma in Campania per avere una palestra (degna di tale nome)ci vuole un miracolo, le attrezzature non ne parliamo proprio.
Per non parlare poi dei pool che si potrebbero creare tra più società, al fine di effettuare un lavoro reale di qualificazione!!!!, ma questo Roma lo sa????
Io credo sia facile fare un programma con delle direttive per loro, ma poi per disputare due campionati na società non ha le ore sufficienti in palestra e di conseguenza non puoi creare i centri CAS e/o il minivolley e quindi mancanza di introiti e di materiale umano ecc.ecc.ecc.
E se ne potrebbero dire ancora.
Ciao e buona pallavolo a tutti!!

Flame ha detto...

Ciao Max, anche da noi i problemi organizzativi sono un casino! le palestre soprattutto. ma la cosa peggiore è che trovare uno sponsor è quasi impossibile. Non sò se sia colpa dei dirigenti, degli imprenditori o dei politici, però fare sport sta diventando quasi impossibile anche qua da noi.

Unknown ha detto...

la pallavolo è l'unico sport a mia memoria che abbia subìto una "subdola involuzione tecnica".
la definisco "subdola" in quanto la tecnica dei fondamentali della pallavolo è in continua evoluzione per cui non è possibile paragonare un palleggio di oggi a quello effettuato nel 1964 (primo anno olimpico), stessa cosa per il bagher, etc...
ma l'involuzione c'è stata, ed è causa diretta delle nuove regole, o (per come la vogliamo oggi chiamare) della PallavoloModerna.
l'involuzione, infatti, è data dal numero dei gesti che fanno parte del bagaglio di ogni atleta. oggi gli atleti riescono a gestire meno situazioni rispetto al passato, dedicando alle siuazioni difficili un numero sempre maggiore di 'arrangiamenti tecnici occasionali'.
ciò è dovuto principalmente al cambiamento del gioco, troppo modificato, che ha fatto sì non ci fosse un adeguato tempo di adattamento (anche per noi tecnici?).

quando, al tempo, venne fuori la regola del Libero, il gioco ne guadagnò immediamente in tecnica.
perché?
perché ancora non esisteva la generazione di ricettori e di centrali nata e cresciuta col libero.
tutti, quindi, sapevano fare tutto. in primis i centrali.
oggi, che son arrivate le generazioni di centrali nate col Libero, ci accorgiamo di quanto sia stata negativa quella norma.
stessa cosa è successa per quel che riguarda il primo-tocco:
finché lo si era liberalizzato, ma giocavano atleti che erano nati con l'idea che la palla doveva essere 'gestita in modo pulito', sembrava fosse una cosa ottima per lo spettacolo:
i tocchi-sporchi erano occasionali e unicamente in caso di difficoltà, i quali in altri tempi avrebbero visto la palla cadere.
oggi, prendere una palla tramite una 'doppia' o una 'trattenuta' è una cosa normalissima, dato che gli atleti che ci ritroviamo sono nati (e si sono adeguati) alla mancanza di una necessaria tecnica...

quando tra qualche anno arriveranno le generazioni nate col concetto che 'toccare la rete non è fallo', ci accogeremo di quello che avremo creato!