lunedì 17 settembre 2007

Anastasi, Berruto & C.

Sono terminati gli europei maschili. "No comment" su quanto fatto dall'Italia che paga, a mio parere, il sonno sugli allori su cui ci siamo cullati gli anni passati, quando si vinceva (quasi) tutto. C'è però una parte della pallavolo italiana che è uscita vincitrice da questi europei: parlo degli allenatori. I coach italiani stanno dimostrando che non sono loro la parte del sistema che non funziona. L'Europa sta riconoscendo la loro preparazione, affidandogli squadre valide che grazie a loro arrivano all'eccellenza.

Vedere la semifinale tra Spagna e Finlandia, con Anastasi e Berruto che si sfidavano dalle panchine, e poi lo stesso Anastasi vincere gli europei alzando il trofeo, mi ha sotto sotto fatto piacere quasi quanto veder trionfare la nostra nazionale.
Onore al merito quindi a questi grandi professionisti, tra cui non posso non ricordare anche Caprara e Guidetti, alla guida rispettivamente delle Nazionali femminili in Russia e Germania, che scelgono di lasciare il loro paese perchè, evidentemente, all'estero trovano stimoli, possibilità e condizioni economiche più favorevoli. Vorrei ringraziarli tutti, anche chi non ha raggiunto gli onori (?) della cronaca italiana.

Rimane un dubbio: visto che la preparazione e l'abilità degli allenatori italiani è riconosciuta in tutta l'europa (e i risultati che ottengono dimostrano che è più che meritata) che cos'è che non funziona? Continuiamo a dare le colpe alla scarsità degli atleti, in numero e/o qualità? La Finlandia quanti tesserati ha? credo circa 12.000. E allora, dove sta il problema? La risposta a queste domande è a mio parere semplice, ma ognuno credo debba ragionarci un pò da sè.

6 commenti:

Alberto Giorda (agiorda@tiscali.it) ha detto...

Ma come Andrea....ci lasci con questo finale di articolo Thrilling: dici che la risposta e semplice e poi non ce la dai lasciandoci con il fiato sospeso????

ciao ed un grande in bocca al lupo per la tua nuova squadra.

L@z ha detto...

Bè, la risposta è semplice... la soluzione no. A mio parere deve crescere la qualità (e la quantità) dei dirigenti, sia in federazione che in società. Come ho detto, non ho la soluzione a questo problema, ma sarebbe già un passo avanti se si ammettesse che il problema è principalmente questo e si smettesse di dare la colpa agli allenatori, agli atleti o cercare altre scuse. Ma sarà molto difficile... sigh!

Flame ha detto...

Ho visto la partita dell'europeo tra italia e turchia, e anche le turche hanno in panca un allenatore italiano!

L@z ha detto...

Si, è Alessandro Chiappini, ex Novara. Ma a questo punto bisogna anche ricordare che Marco Bonitta sta allenando la Polonia. Come dicevo nel post, la scuola degli allenatori italiani sta indubbiamente raccogliendo consensi in tutta europa!

Unknown ha detto...

(perdonatemi, ma a causa della sua lunghezza, debbo inserire il mio commento diviso in due parti)

azzzz Andrea,
con questo articolo mi inviti a nozze:
ho creato il sito che te conosci solamente per analizzare questo aspetto del volley! :)
ovviamente il discorso complessivo lo ritengo molto più lungo, in quanto, se andiamo ad analizzare le parole di Velasco quando approdò in Italia, si potrebbe arrivare a dire che 'le colpe' restano comunque di noi allenatori (qualcuno potrebbe eccepire che quelle spiegazioni che dai, non son altro che "alibi").
Velasco, infatti, per poter cominciare a vincere con la nazionale italiana, dovette combattere proprio col concetto che "l'Italia non poteva vincere perché nelle scuole non si fa abbastanza attività motoria".
...e chi di noi, oggi, può asserire che nelle scuole si fa attività motoria? eppure anche ai tempi di velasco non era migliorata la situazione nelle scuole.

cosa vorrebbe dire, quindi, il fatto che gli allenatori italiani siano vincenti all'estero, ma quegli stessi allenatori non riescono a vincere con l'Italia?
beh, una semplicistica motivazione potrebbe essere quella di dire:
visti i risultati dell'Italia degli anni 90, gli allenatori italiani hanno un maggior appeal nei confronti degli atleti stranieri in terra straniera.
quegli stessi allenatori, messi a confronto con i giocatori italiani, perderebbero parte di quell'appeal.
anastasi, berruto, ecc.. non hanno ottenuto con la nazionale italiana gli stessi 'risultati' che hanno avuto allenando nazionali estere.
questo fatto, quindi, avallerebbe la vecchia "teoria degli alibi" di Velasco.

Unknown ha detto...

(seconda parte)

in realtà, io ci aggiungerei altre motivazioni al fatto che l'ItalVolley non vinca più (ed aggiungetela pure alla lista degli alibi ;o) ):
le nuove regole inserite dalla FIVB dal '97 in poi, sono state regole che hanno divaricato la forbice tra le varie nazioni (e non nazionali!). in questo contesto, quindi, l'etnia italica è passata dal trovarsi in posizioni di vertice riguardo il gioco della pallavolo, a quelle di medio/bassa 'classifica'. quelle modifiche alle regole di gioco, infatti, hanno pesantemente influito sulla statura media dei giocatori. e non è un segreto che l'Italia abbia una statura media inferiore a tutte le nazioni europee (persino inferiore alla Grecia), ad eccezione della Spagna.
ecco spiegato (sempre semplicisticamente) perché la Finlandia, coi suoi scarsissimi tesserati, possa ritrovarsi competitiva quanto se non più dell'Italia.
non dimentichiamoci che la nazionale di Velasco ha vinto, come hai giustamente fatto notare, QUASI tutto e che quel "quasi" è da imputare praticamente ad una nazionale (Olanda) che non può certo competere con l'Italia o le altre (se non con la stessa Finlandia di oggi) sul numero dei tesserati.
personalmente, poi, ritengo che in Italia si sia fatto un macroscopico errore, dato da una giusta iniziale correzione alle regole nelle giovanili.
Velasco, vista la situazione al momento del suo arrivo in Italia, fece abolire il servizio dall'alto nelle categorie U14 e inferiori.
cosa MOLTO giusta nell'ottica del momento, ma che si sarebbe dovuta rivedere col passare del tempo. quantomeno trovare alternative valide al troppo semplicistico gioco U14.
la battuta dal basso obbligatoria è stata inserita (se non ricordo male) nel '93. l'Italia ha smesso di vincere a fine anni '90, cioè proprio quando gli atleti che giocavano in U14 con la battuta dal basso sono arrivati a dare il cambio generazionale agli altri.
lo stesso discorso di date (ma qui entriamo nel ragionamento: la spettacolarità del VolleyModerno) si può fare andando a vedere l'immissione delle nuove regole:
dal "non più fallo su primo tocco",
al:
"libero";
tutte regole che hanno ottenuto dei benefici immediati, solamente quando cioè in campo c'erano ancora i giocatori della "vecchia leva", quelli che erano stati abituati che la palla si doveva toccare in certo modo, che tutti dovevano saper far tutto, che i centrali ricevevano, ecc.
dal momento che sono arrivate quelle generazioni nate e cresciute con le "Nuove Regole", per la pallavolo è stata un'inesorabile picchiata verso il fondo!
l'aver voluto inseguire il successo del Beach-volley (olimpionico dal '96!), è stata la dichiarazione di morte della pallavolo mondiale.
la Nazionale femminile vince?
evidentemente per il settore femminile italiano quelle nuove regole non son state così deleterie come per il maschile. anche perché la nazionale femminile ha vinto con tecnici italiani in panchina, mentre la maschile vinceva pure con Bebeto in panchina!