lunedì 3 settembre 2007

Allenatori e/o dirigenti?

Oggi ritorno in palestra. Nuova società, nuovi atleti, nuovo ambiente. Penso che sia un bene per un tecnico cambiare società ogni tanto; permette di avere nuovi stimoli, di rimettersi alla prova, di affrontare problemi diversi e di tenere il cervello un pò più acceso. In effetti, secondo me, un allenatore dovrebbe sempre sentirsi un pò sotto esame. Quando una società affida un incarico ad un allenatore chiamandolo a lavorare con sè, sicuramente questa non dovrebbe interferire sulle scelte tecniche ma può, e deve, chiedere conto dei risultati del lavoro svolto.

Spesso invece, quando un allenatore rimane molti anni nel medesimo ambiente, egli diventa quasi senza accorgersene una specie di dirigente. Questa situazione a prima vista potrebbe sembrare persino positiva, in quanto porta l'allenatore ad avere più voce in capitolo nelle scelte relative all'organizzazione societaria. Però il rischio è che il tecnico, dovendo rispondere soltanto ai propri atleti del lavoro che svolge, si adagi sugli allori e riduca la qualità del proprio lavoro, non mettendosi più in discussione. Ovviamente gli atleti inizieranno a lamentarsi ma, essendo l'allenatore ormai parte integrante della società, è molto difficile che i dirigenti gli chiedano spiegazioni.

Certo, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Conosco diversi allenatori che pur rimanendo nella stessa società molti anni hanno continuato a lavorare con lo stesso entusiasmo e la stessa lena della prima stagione. Ma purtroppo vedo anche degli esempi contrari, e non sono pochi. Cambiare è importante. Probabilmente anche per le società ma, principalmente, per noi allenatori.

In ogni caso auguro a tutti coloro (allenatori e non) che in questi giorni stanno ricominciando, come me, a lavorare in palestra per una nuova stagione, un grande in bocca al lupo per quest'anno che sta iniziando. Ciao e buon lavoro.

1 commento:

Daco ha detto...

Secondo me bisogna slegare il discorso tempo, non per forza chi sta molto tempo in una società acquisisce poteri che spettano ai dirigenti, a volte questo accade anche dopo uno o due mesi, secondo me per una specie di incontro, la società elargisce spazio all’allenatore che svolge ruoli non suoi a discapito della dirigenza che si toglie un peso e che comunque controlla l’allenatore con tutta una serie di incentivi, parlo di soldi ma anche cose simboliche come la fiducia e altre, questa caratteristica si vede molto nelle società piccole e con pochi dirigenti. Sul fatto che questa sia positiva o negativa per una o per l’altra componente… beh, per gli allenatori sicuramente c’è più potere (di fare e di non fare), per la società c’è un perdere potere ma dall’altra il potere deriva da essa e quindi sa bene che volendo può toglierlo e mandare via l’allenatore, con qualche problema, ma comunque niente lo impedisce, per quanto riguarda gli atleti in caso di problemi c’è poco da fare, con un allenatore dirigente l’unica speranza è andar via o accettare le sue decisioni, la società non ascolterebbe le lamentele perché ha bisogno di lui. In bocca al lupo!!!