lunedì 24 settembre 2007

L'allenamento della fase break

Vorrei dire due parole sulla fase break, cioè l'azione in cui una squadra si trova impegnata nei fondamentali di muro, difesa e nel successivo contrattacco. Questa fase presenta notoriamente molte più variabili rispetto al cambio palla, in quanto l'attacco avversario è sicuramente più vario rispetto al servizio in termini di traiettoria, velocità, tipo, ecc.; inoltre ogni squadra e ogni giocatore ha le sue caratteristiche peculiari, e tutto ciò rende molto difficile ricondurre la situazione di break a delle esercitazioni valide da proporre durante l'allenamento.

Su quanto ho appena detto siamo probabilmente tutti d'accordo. Il problema però rimane: come la alleniamo? Sicuramente alla base di tutto c'è il lavoro individuale, analitico e sintetico, sulla tecnica dei fondamentali coinvolti. Ma non basta. A mio parere la fase break è la fase in cui maggiormente si vede l'affiatamento tra i giocatori e la componente situazionale della pallavolo viene esaltata al massimo. Perciò penso che il lavoro globale si adatti molto bene ad allenare questa situazione. Certo, "lavoro globale" vuol dire tutto e niente. Diciamo che a me piace proporre delle esercitazioni a punteggio "zona contro zona", in cui si riducono le opzioni sia al palleggiatore (attacco solo da determinate zone del campo) sia agli attaccanti (attacco solo verso certe zone del campo). Tra l'altro questo tipo di esercitazioni consentono di lavorare anche con un numero ridotto di giocatori (8/10), cosa che purtroppo accade spesso nelle nostre categorie intermedie.

Una cosa che, invece, non mi convince molto sono le esercitazioni con un allenatore che attacca dalla panca dietro la rete. Le ho usate in passato e talvolta le trovo ancora utili per definire meglio le disposizioni muro-difesa, ma una volta chiari i compiti assegnati a ciascun atleta le ritengo troppo "standardizzate" e lontane dalle situazioni reali. Beninteso, non dico che non siano utili, ma credo che una situazione difensiva deve prevedere un attacco reale dall'altro lato. Secondo me la panca va bene per chiarire una situazione di gioco, non per allenarla una volta acquisita.

Una cosa poi che bisogna ricordare è che, a medi livelli ed in particolare nel femminile, si giocano normalmente molte più fasi break che cambio palla. Da delle semplici statistiche che mi ero fatto un paio di anni or sono su diverse partite di C femminile, era venuto fuori che in gara la mia squadra giocava mediamente dalle tre alle cinque fasi break per ogni fase di cambio palla. Non dico con questo che bisogna allenare il break quattro volte di più (in termini di tempo) rispetto al cambio, ma sicuramente bisogna dargli l'attenzione che merita, in particolare dopo l'introduzione dell'RPS.

E voi? come preferite allenare questa fase?

4 commenti:

Flame ha detto...

figurati come sono arretrato, io la chiamavo ancora fase punto. mi devo aggiornare! eheheh!

L@z ha detto...

L'importante è sapere di che si parla, il nome lascia il tempo che trova. Comunque anche a me ogni tanto mi viene da chiamarla fase punto... certo che siamo proprio antichi! :)

Alberto Giorda (agiorda@tiscali.it) ha detto...

forse è utile distinguere ulteriormente, come fanno molti, tra fase break vera e propria (contraddistinta dai fondamentali battuta e muro) durante la quale si può ottenere un punto senza i tre tocchi e fase contrattacco (difesa e attacco di palla alta) per organizzare meglio la parte analitica dell'allenamento. Secondo questa logica qualunque allenamento analitico sul muro diventa pertinente per la fase break così come qualunque allenamento di battuta su una zona specifica del campo. Un esercizio sintetico potrebbe essere un esercizio di allenamento per la correlazione battuta - muro (ad esempio battuta corta sul centrale nelle rotazioni con attacco a due e marcamento del primo tempo con muro ad 1 del laterale.) Nel 6 contro 6 il gioco con attacco a "zona" citato è sicuramente l'esercizio più usato ed efficace. Per quanto riguarda l'impatto della fase "break" nel punteggio globale del set, posso dire dalla mia piccola esperienza che nel settore maschile è solamente la terza voce di punto, dopo la fase ricezione e quella degli errori avversari.

Unknown ha detto...

In genere anche io suddivido la fase breack in 2 'sotto/fasi':

1-Contrattacco
2-Contrattacco di palla facile

Le 2 fasi le alleno separatamente poichè richiedono 2 approcci opposti sia dal punto di vista delle tecniche difensive che in quelle d'attacco.
Vediamo l'efficacia del nostro servizio sia mediamente che in relazione alle capacità di ricezione dell'avversario di turno e la percentuale di lavoro settimanale sulle 2 sotto/fasi varia di conseguenza.