martedì 9 ottobre 2007

Gli errori sono tutti uguali?

Una cosa di cui non si parla tanto è l'impatto degli errori, nostri e dell'avversario, sull'andamento della gara e sul rendimento dei singoli giocatori. Eppure chi ha lavorato un pò con gli scout sà che con l'abbassarsi del livello tecnico cresce l'influenza degli errori sul punteggio; spesso anche in incontri di alto livello gli errori sono la causa principale dei punti.
Ragionandoci un pò su, direi che esistono almeno tre tipi di errori:
1) Errori "non procurati" dall'avversario: Sono gli errori la cui responsabilità è dovuta alla cattiva esecuzione tecnica di un'azione di gioco, senza che l'avversario abbia fatto nulla per metterci in difficoltà. Non sempre sono attribuibili ad un singolo giocatore. Un esempio può essere l'attacco in rete dopo una buona alzata, oppure un bagher di appoggio sbagliato, ecc.
2) Errori "indotti" dall'avversario: In questo caso sono gli avversari che, con il loro attacco, il loro muro o la loro battuta inducono all'errore la nostra squadra. Esempi? Un giocatore a muro che abbocca ad una finta, o anche un difensore ben piazzato che viene colpito da una schiacciata avversaria senza riuscire a controllare la difesa.
3) Errori "tattici". Sono tutti quegli errori dovuti alla cattiva esecuzione dei compiti tattici e di organizzazione di gioco. Non sempre hanno come conseguenza il punto per l'avversario, ma più spesso sono causa delle due categorie di errori precedentemente descritte. Un esempio può essere l'errato piazzamento difensivo o un incomprensione tra alzatore e attaccante.

L'abilità di un allenatore nella correzione degli errori sta spesso proprio in questo processo: Capire l'errore, individuarne la causa, scegliere le esercitazioni corrette per eliminarlo. Ovviamente non è facile, soprattutto se a ciò si aggiunge la diversa "sensibilità" all'errore tra gli atleti e gli allenatori. Ho notato, e qui mi piacerebbe sapere se è così anche per voi, che gli atleti considerano errori "importanti" solo quelli non procurati, i più evidenti e i primi che ho descritto. Gli altri due tipi di errore spesso non li considerano veri e propri errori, e il ricorso all'alibi è ancora più evidente (l'avversario ha schiacciato troppo forte, non mi sono messo là perchè..., eccetera).
Trovo sempre molta difficoltà nel far capire all'atleta che è un errore grave anche un piazzamento sbagliato, una disattenzione, il non controllare una palla che ci colpisce, e così via. Capita anche a voi?

Un ultima cosa, che probabilmente meriterà un prossimo post: Mi capita spesso di intervenire su atleti che, per paura di fare un certo errore, ne fanno di più gravi. L'esempio che mi viene in mente è il giocatore che pur di non rischiare di venire murato attacca su traiettorie improbabili schiacciando in rete o fuori. E' evidente che ciò avviene perchè nella sua sensibilità l'essere murati è più grave di schiacciare fuori o in rete (per me ovviamente è il contrario). Ma come dicevo di questo parlerò meglio in un prossimo post.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Gli atleti soprattutto quelli più giovani , ma anche i grandi, hanno sempre bisogno di sapere se esistono errori più o meno gravi che possono commettere. Mi spiego meglio, siccome l'errore non lo possiamo eliminare ma solo ridurre, è importante che l'atleta sappia quali sono le priorità negli errori che può commettere nell'apprendere una tecnica ( giovani) o nel perfezionarla ( esperti). E' importante, che il tecnico dia all'atleta una scala di valore all'errore che può commettere . Esempio in attacco preferire l'attacco fuori lungo all'attacco direttamente in rete . Creare insomma ,una specie di decalogo degli errori che si possono commettere ,a seconda del modello di prestazione del campionato che ci accingiamo a ffrontare ( es. C/M) e fare in modo che gli atleti, esercitandosi tenendo conto di queste tipologie di errore o costretti da noi con punteggi speciali, facciano propri questi aspetti.Ciao a tutti ma soprattutto a Andrea Lazzari e Alberto Baldereschi che non vedo da tempo. MASSIMO

Unknown ha detto...

Caro Massimo,
che piacere risentirti!!
Quanto manchi al movimento femminile!
Leggendo il tuo intervento sono tornato indietro neòl tempo, precisamente a un tuo corso in cui affrontavi l'allora attualissimo dibattito fra metodi globale e analitico(senza tralasciare il sintetico).
Nello specifico mi ricordo un'osservazione sulla correzione dell'errore con i due sistemi, ancora più specifico il tuo commento sulla correzione col metodo globale:
in sintesi estrema dicesi che fra i due sistemi era molto più facile correggere con in analitico, ma molto più efficace farlo con il globale! E soprattutto dicesti che nel globale riuscivi a correggere l'errore giusto al momento giusto!
E per concludere aggiungesti la cosa più importante:
"per correggere con il metodo globale ci vuole l'allenatore GIUSTO!"
Questo è un grosso insegnamento che forse tutti non capirono o non percepirono! E questo è uno dei motivi per cui manchi molto al nostro movimento femminile!;))
A presto!
Alberto

L@z ha detto...

Ciao Massimo!
Che piacere sentirti, Sono davvero secoli che non ci incrociamo sui campi. Ti saluto tantissimo. Sottoscrivo quanto avete scritto tu e Alberto... ma quanto è lungo e difficile trasmettere la giusta percezione dell'errore agli atleti!
spesso ci vogliono anni...
Ciao