Mi è ricapitato tra le mani uno studio del 2004 sul maschile fatto da Caramagno, Franzò e Prefetto di cui avevamo discusso in un corso ad Alberobello l'anno scorso. E' un interessante analisi del modello di prestazione per la serie B2, con diversi paragoni alla serie A1. Voglio darvi alcuni dati che scaturiscono da questo studio perchè li trovo utili per capire come cambiano i modelli di prestazione al variare la categoria.
Un primo dato che salta agli occhi è la durata media delle fasi attive (palla in gioco) e passive. In serie A1 infatti la fase attiva dura in media 5,2", la fase passiva 13,8". E in B2? la fase attiva 7,2" (+38%) e la passiva 17,1" (+24%). Ciò comporta una durata media del set pari al 28,5% in più (18,5' in B2, 14,4' in A1).
La domanda è: questi dati influiscono sui metodi e i tempi dell'allenamento? A mio parere si, ma in che misura credo che sia una variabile soggettiva per ciascun allenatore. In ogni caso è evidente che al calare del livello aumenta l'impegno del metabolismo aerobico "intermittente".
Un altro dato che si evidenzia è il numero di salti medi per ruolo. in B2, con una media di 218 azioni per gara, il giocatore che salta di più è il centrale, che fà 112 salti (0,52 per azione), contro i 90 dell'alzatore, i 76 dell'opposto e i 70 del posto 4. Bella scoperta, direte voi, lo sanno anche i bambini che il centrale è quello che salta di più!
E invece non è così ovvio. Sapete chi è che salta di più in A1? Vi sembrerà strano (però se ci pensate bene, neanche più di tanto), ma è il palleggiatore, con 136 salti su 221 azioni di gioco (0,64 salti per azione!), segue il centrale con 97 salti, poi l'opposto con 88 e infine lo schiacciatore "di mano" con 65.
Se devo dare un mio parere su questi dati, mi viene da dire che il palleggiatore, che salta moltissimo anche in B2 (più degli schiacciatori), spesso non viene allenato abbastanza su questo aspetto. Vi siete mai chiesti, durante l'allenamento, quanto alleniamo il palleggiatore al salto? più o meno degli schiacciatori?
Ho volutamente semplificato il ragionamento, limitandomi al salto, ma se teniamo conto delle penetrazioni continue e degli spostamenti a cui è obbligato un palleggiatore, mi viene logico pensare che sia il ruolo che ha bisogno di un maggior lavoro aerobico (intermittente) rispetto agli altri. Lo sò che i sacri testi dicono che la pallavolo è uno sport prevalentemente anaerobico... però forse diamo troppe cose per scontate.